Κυριακή 19 Ιουνίου 2016

RELIGIONI, SINODO ORTODOSSO A CRETA: OGGI AVVIO UFFICIALE SENZA RUSSI


giornalista greco Papachristou spiega retroscena scontro fra Mosca e Costantinopoli,  adnkronos

pubblicato il: 19/06/2016 11:38
Con una solenne messa celebrata da tutti i primati, si apre oggi a Creta il sinodo panortodosso, il primo dopo oltre 1200 anni. Ma il sogno di Bartolomeo, il patriarca ecumenico di Costantinopoli, di riunire tutte le 14 chiese dell'ortodossia, si è per ora infranto di fronte al ritiro della Russia, che all'ultimo momento ha rinunciato a partecipare. Un'assenza che molte fonti legano ad uno scontro di potere, con il patriarca russo Kirill che vorrebbe cambiare lo status di "primus inter pares", assegnato al patriarcato di Costantinopoli (Istanbul) in base alla tradizione storica e al diritto canonico ortodosso.
A spiegare all'Adnkronos i retroscena del sinodo è il giornalista greco ed esperto di ortodossia Nikos Papachristou, animatore del blog Amen.gr. "La ragione del problema è che ogni consiglio sinodale ha bisogno di un presidente. A Creta tutto il mondo vedrà che il presidente del sinodo è il patriarca di Costantinopoli, perchè questa è la tradizione", spiega il giornalista, sottolineando l'importanza del posizionamento nelle foto ufficiali dell'evento, che in gran parte si svolge a porte chiuse.
Secondo Papachristou, con la loro assenza i i russi "si sono però isolati da soli" perchè a Creta sono presenti 10 chiese su 14. E il messaggio che viene mandato ai fedeli è che "il gioco politico è più importante dello Spirito Santo", sotto il cui segno si svolge il sinodo, iniziato oggi giorno di Pentecoste per gli ortodossi.
Del resto, racconta il giornalista ellenico, i problemi con i russi sono insorti fin dal 2014 quando Bartolomeo propose di tenere il sinodo a Istanbul, nella simbolica Santa Irene, prima chiesa costruita a Costantinopoli (ancor prima di Santa Sofia), oggi trasformata in sede di concerti. Mosca fece obiezioni sulla scelta del luogo e sulla disposizione dei posti a sedere fra i primati, ma non disse di no. Quando lo scorso gennaio i primati si sono incontrati a Ginevra per finalizzare l'agenda del sinodo, la chiesa di Mosca ha chiesto di cambiare sede, dati i problemi diplomatici fra Russia e Turchia per la guerra in Siria. Bartolomeo ha allora proposto l'accademia ortodossa di Kolymbari a Creta, isola che ricade sotto la giurisdizione religiosa di Costantinopoli.
Malgrado l'approvazione unanime dell'agenda del sinodo da parte di tutti i primati, a fine maggio il patriarca russo Kirill ha inviato una lettera a Bartolomeo con domande sulla disposizione dei posti a sedere dei partecipanti, obiezioni sulla posizione degli osservatori di altre chiese cristiane e quesiti sul costo del sinodo. Due giorni dopo gli stessi argomenti sono stati sollevati dalla chiesa bulgara. Ed infine il patriarcato di Antiochia ha posto il problema della controversia con il patriarca di Gerusalemme sulla giurisdizione della parrocchia del Qatar, dove gli unici fedeli sono stranieri presenti per lavoro nell'emirato.
"Ma perchè mai - si chiede Papachristou- il patriarca di Antiochia, che ha giurisdizione sulla Siria, si preoccupa tanto del Qatar quando in Siria c'è la guerra, con morti, profughi, il dramma dei cristiani? Perchè il Patriarca, che ha dovuto trasferirsi in Libano lasciando Damasco e ha perso suo fratello nella guerra, agisce così invece di chiedere aiuto e sostegno al sinodo panortodosso?".
Si è così giunti al comunicato del 13 giugno, con il quale la chiesa ortodossa russa ha chiesto il rinvio del sinodo, giustificando questa posizione con il ritiro delle chiese di Antiochia, Georgia e Bulgaria, tutte considerate molto vicine a Mosca. Nel conto si aggiungeva anche la chiesa di Serbia, che però ha poi annunciato la sua partecipazione. Ma ormai era troppo tardi per rinviare il sinodo, una decisione per la quale servirebbe l'unanimità. I lavori, che non riguardano argomenti dogmatici, ma di vita sociale e organizzazione ecclesiastica, oltre che della delicata questione del rapporto con i cattolici, dureranno fino al 27 giugno. Resta da vedere come potrà essere ricucita la rottura che si è consumata.
Secondo fonti citate dal sito greco Kathimerini, Mosca vorrebbe cambiare lo status di "primus inter pares" di cui gode il patriarcato ecumenico di Costantinopoli, mettendo Bartolomeo e Kirill sullo stesso piano, come 'co-custodi' della chiesa ortodossa.