ABCDell'Ecumene, monastero di bose
Athenagoras I, arcivescovo di Costantinopoli e
Patriarca Ecumenico dal 1948 al 1972 è stata una delle figure più
rappresentative dell'ortodossia del XX secolo.
Originario dell'Epiro,
ebbe modo già da giovane diacono a Monastir di esercitarsi al confronto
con vari popoli e realtà religiose che si incontravano e scontravano
nelle vicende che seguirono la fine dell'impero Ottomano. Proprio in
quel periodo Athenagoras sviluppò quella che lui chiama la filosofia
dello “sguardo reciproco” (ματιαχτούμε / matiachtoúme),
per la quale un incontro non deve necessariamente avvenire per giungere
a un accordo, ma innanzitutto per riconoscersi reciprocamente, ciascuno
nella propria alterità. Questa intuizione che avviene nel contesto
drammatico delle guerre balcaniche, la ritroviamo lungo tutta la vita
del Patriarca. Da vescovo di Corfù si adopera per l'aiuto concreto alle
popolazioni rifugiatesi sull'isola, in particolare armeni, ma anche
ebrei. La ritroviamo durante il suo episcopato negli Stati Uniti
d'America dove si confronta proficuamente con una società così diversa e
con tutte le altre confessioni cristiane. La volontà di guardarsi negli
occhi è alla base della tenacia con cui cerca di incontrare il papa di
Roma, incontro che si concretizza nel 1964 in occasione del viaggio di
Paolo VI a Gerusalemme. Quello scambio di sguardi e quegli abbracci
cambierà la storia della chiesa. Seguiranno numerosi gesti di grande
apertura ecumenica, in particolare la solenne levata delle reciproche
scomuniche del 1054 tra Roma e Costantinopoli, proclamata congiuntamente
nelle due sedi primaziali il 7 dicembre 1965, vigilia della chiusura
del concilio Vaticano II.
Con lo stesso spirito, nonostante la chiesa ortodossa
fosse attraversata da separazioni di natura politica (la cortina di
ferro), Athenagoras propose all'inizio del 1951 la realizzazione di un
sinodo panortodosso. I problemi legati al ruolo del Patriarcato
Ecumenico rispetto alle altre chiese autocefale, alcune delle quali di
recente formazione, non impedì la realizzazione di diverse conferenze
panortodosse preparatorie (1961, 1963 e 1964). Il sinodo panortodosso
che la chiesa ortodossa sta ora vivendo a Creta, è dunque un altro
frutto, a lungo atteso, dell'opera profetica di questo grande patriarca.