HOLY AND GREAT COUNCIL DOCUMENT

Draft Synodical Document

Τετάρτη 8 Ιουνίου 2016

CHI C’E’ DIETRO ALLA ASSURDE DIFFICOLTA’ CHE ALCUNE CHIESE PROSPETTANO PER IL SANTO E GRANDE SINODO DELLA CHIESA ORTODOSSA?



Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e Malta
Archimandrita del Trono Ecumenico Athenagoras Fasiolo
Lunedì 6 Giugno, a dieci giorni della apertura del Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa, il Patriarcato Ecumenico ha dovuto convocare un Santo Sinodo Endemousa a Costantinopoli (ossia di tutti i vescovi canonici in quel momento presenti a Costantinopoli) per ricordare alle Chiese la loro responsabilità davanti al mondo relativamente alla riuscita del Sinodo.
“Essere all’altezza delle circostanze” dice il comunicato redatto dalla Segreteria del Sinodo. E in questo messaggio si riscontra tutta la tristezza e la agonia del Santo Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, che durante tutta la sua lunga presenza alla guida del Primo Trono dell’Ortodossia, ha lavorato, ha faticato, ha pregato per l’unità delle Sante Chiese Ortodosse attraverso la “sinodalità”, e ha lavorato, faticato, pregato per il dialogo teologico con le altre Chiese e Comunità Cristiane e quindi con ogni uomo di buona volontà, con il mondo e con la scienza.
La Chiesa Ortodossa viene caratterizzata come Chiesa della Sinodalità altrimenti detta Conciliarità, espressa ai vari livelli, locale, metropolitano ed universale. E secondo questo spirito negli ultimi 100 anni, ed in modo particolare a partire dalle Conferenze Pan-Ortodosse di Rodi dei primi anni Sessanta, essa ha regolato tutte le Conferenze Preparatorie, le Commissioni Inter-ortodosse, le Sinassi dei Primati, affinché si giungesse ad una “omofonia”, ossia a parlare con una sola voce, sui documenti da presentare al futuro Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa.
Gli inizi avevano visto presentare decine di petizioni sui vari temi di vario interesse, raggruppati in oltre cento Desiderata delle varie Chiese Ortodosse Autocefale. Con lo scorrere del tempo e nelle varie mutazioni storico-politiche che si sono succedute in questi cento anni, si è giunti a predisporre dieci punti generali di comune interesse, sia dal punto di vista amministrativo per le Chiese, sia dal punto di vista pastorale per i fedeli. Su questi temi, Conferenze, Commissioni e Sinassi hanno lavorato almeno dalla metà degli anni Ottanta, senza tuttavia trovare un pieno consensus su quanto veniva presentato. Si è così pensato di accogliere solo i sei temi che potevano essere più facilmente accettati da tutti, al fine di convocare il Santo e Grande Sinodo, che ormai si mormorava da più parti come “impossibile”.
Le due Sinassi dei Patriarchi del 2014 e del 2016 hanno invece dato disco verde affinché il Patriarca Ecumenico a nome di tutti i Primati e non come un “Papa d’Oriente”, convocasse il Sinodo a Creta dal 16 al 26 Giugno prossimi (e non a Santa Irene a Costantinopoli, visto le relazioni russo-turche), e tutte insieme le Rappresentanze con i propri Primati hanno adottato nella Sinassi di Chambésy a Gennaio 2016,  il “Regolamento per la Organizzazione ed il Funzionamento del Santo e Grande Sinodo”.
Da gennaio ad oggi, nonostante questa “omofonia sinodale”, Patriarchi e Sinodi locali si sono scagliati tutti contro tutto, fedeli fondamentalisti che vedono pericoli per la fede ovunque, gridano ai quattro venti, dispute locali e voglia di “papismo” in molti vescovi danno una pessima immagine della Chiesa di Cristo. Già… Cristo, il grande dimenticato in queste diatribe. Il popolo di Dio che attende la voce unica dell’Ortodossia… resta ancora diviso negli assurdi nazionalismi di vecchio stampo…
In questi giorni ho letto i documenti della Chiesa Russa, della Chiesa di Georgia, della Chiesa Greca, della Chiesa Bulgara, e ora compare anche un Comunicato della Chiesa di Antiochia…che va oltre alla solita diatriba per la giurisdizione sul Qatar con il Patriarcato di Gerusalemme. Da questi documenti appare una mano comune, un filo rosso che tesse una invisibile (non tanto) ragnatela contro il Patriarcato Ecumenico ed in primis contro il Patriarca Bartolomeo.
Ma dove erano queste Chiese fino ad oggi e negli ultimi 55 anni? Ma si sono accorte queste Chiese che viviamo in un mondo che ha necessità di percepire una “visibile unità” della Chiesa, di ascoltare una unica voce dei pastori e di non percepire più l’intrusione deli poteri mondani della vita della Chiesa, come avviene invece in molte delle nostre Chiese Autocefale?
La Chiesa Greca appare essere bloccata dalle posizioni intransigenti di quattro metropoliti, la Chiesa di Georgia sembra non si sia accorta che al di fuori dei confini nazionali esiste il mondo, la Chiesa Bulgara, pochi giorni prima delle sue richieste, aveva tenuto alla Università di Sofia un interessante convegno assai favorevole al Sinodo. La Chiesa di Antiochia si lamenta che al Sinodo ci siano i documenti che ella non ha firmato ma si chiede perché non si parli del calendario, tema per ella di interesse, ma che le altre Chiese hanno declinato ad altri momenti…
Una prima valutazione è ovvia: Nonostante la lunga preparazione ed i tanti documenti redatti, i Sinodi locali non li hanno mai presi in considerazione, in quanto ritenevano improbabile la convocazione del Santo e Grande Sinodo.
Tuttavia la lunga determinazione del Patriarca Ecumenico Bartolomeo, la sua presenza assidua sulla scena mondiale, anche in questo momento di grandi sconvolgimenti, di bibliche migrazioni di popoli, di persecuzioni contro le minoranze religiose e soprattutto contro i Cristiani, ha permesso, con il consenso di TUTTI i Primati, la convocazione del Sinodo.
E la Chiesa Russa? La Chiesa Russa ha cercato visibilità con l’incontro di Cuba con Papa Francesco, ma il risultato è stato assi marginale, forse perché c’erano più interessi politici che religiosi. La grande Chiesa Russa, forte ormai solo dei numeri e di una sfrenata ricchezza, ha mal digerito che i festeggiamenti al Monte Athos siano stati declassati alla memoria di mille anni di presenza russa (forse sarebbe più corretto dire della Rus’ Kievana) e non alla esaltazione del Monachesimo Russo, che di fatto non esiste, perché esiste solo il Monachesimo ortodosso, e questo è stato sottolineato fortemente sulla Santa Montagna.  E anche la presenza del Presidente Putin non ha avuto il rilievo sperato (forse dovevano esserci anche i Presidenti Ucraino e Bielorusso).
La Chiesa Russa mal digerisce il quinto posto nei Dittici, e con questa mossa forse cerca di declassare il ruolo del Patriarca Ecumenico, intervenendo guarda caso con Chiese che al mondo russo sono legate o per tradizione o per necessità storica del momento. (E da questo si comprende la ambiguità del Comunicato del patriarcato di Antiochia)
Mosca vuole essere la Terza Roma, titolo che nessuno ha mai riconosciuto, si sente ancora imperiale, ma non certo ecumenica nel vero senso del termine. La pretesa di rappresentare tanti popoli è legata solo alla sua storia politica (Pietro il Grande-Impero Zarista-Impero Sovietico) e non alla coscienza ecclesiale.
Così ancora una volta la politica degli stati cerca di intromettersi nella vita della Chiesa, anche in questo doloroso momento storico, in cui è così necessaria la testimonianza sinodale ortodossa a livello universale.
E’ ora che si rispettino gli antichi canoni della Chiesa e dei Concili Ecumenici. Il Patriarcato Ecumenico non è solo sede primaziale, certamente non perché Costantinopoli era la antica capitale dell’Impero Romano d’Oriente, non perché la Chiesa Ortodossa necessiti di un Papa di tipo romano, ma è necessario ora più che mai che la sinfonia delle Chiese Ortodosse abbia un Primus, non di potere ma di servizio. Nel Sinodo i Patriarchi e Primati siederanno tutti allo stesso livello, perché tutti sono “primus inter pares”, tutti con lo stesso valore e con lo stesso rispetto, ma ci deve essere una Presidenza di comunione e questa può essere espressa solo dal Patriarca Ecumenico. Forse un giorno questa comunione di servizio potrà essere rappresentata anche nel Sinodo del Patriarcato Ecumenico con i rappresentanti degli altri Sinodi locali delle Chiese Autocefale. In questo servizio di garanzia e tutela della comunione delle Chiese Ortodosse, il Patriarca Ecumenico è “Primus sine paribus”.
Quale sarà la conclusione? A mio modesto parere, in un modo o nell’altro tutti saranno presenti. Operi quindi lo Spirito Santo e noi popolo e pastori preghiamo per la riuscita di questo momento di grazia per tutto il mondo.