Prosegue il “santo e grande Concilio” delle
Chiese ortodosse, riunite a Chania nell’isola di Creta, da domenica
scorsa. I lavori sono cominciati lunedì. A presiederlo è il Patriarca
ecumenico, Bartolomeo I.
In totale sono presenti dieci Chiese, mentre
quattro sono assenti: il Patriarcato di Mosca e le Chiese di Bulgaria,
Antiochia e Georgia per motivi diversi. Sui temi affrontati, sentiamo
padre Hyacinthe Destivelle, officiale del Pontificio Consiglio per la
Promozione dell’Unità dei Cristiani, presente in qualità di
corrispondente per l’Osservatore Romano. L’intervista è di Debora Donnini:
R. – Questo “santo e grande Concilio
della Chiesa ortodossa” è stato preparato da molti anni. La sua
convocazione è stata decisa durante la Sinassi dei Primati nel gennaio
2016 e l’ordine del giorno è stato stabilito durante questa riunione dei
Primati. Comporta sei temi: la missione della Chiesa ortodossa nel
mondo, la diaspora, la questione dell’autonomia, la questione del
digiuno, la questione del matrimonio e anche la questione delle
relazioni con gli altri cristiani. Ieri, c’è stata la Sessione
d’apertura del Concilio con il discorso del Patriarca Bartolomeo, che
presiede questo Concilio, e il discorso degli altri nove Primati
presenti. Questa sessione era aperta agli Osservatori: tra di loro
c’erano due Osservatori da parte della Chiesa cattolica, il cardinale
Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione
dell’Unità dei Cristiani, e mons. Brian Farrell, segretario dello stesso
dicastero. Il Patriarca ha sottolineato l’importanza di rinforzare
l’unità della Chiesa ortodossa, la necessità di rafforzare anche la
sinodalità. Il motivo di questo Concilio è soprattutto quello di
rafforzare l’unità della Chiesa ortodossa che si compone di 14 Chiese. E
l’unità si fa attraverso la sinodalità.
D. – Dopo questa prima sessione, quali sono stati i temi affrontati?
R. – E’ iniziata la discussione sui
documenti all’ordine del giorno, che sono sei. Il primo tema è quello
della missione della Chiesa ortodossa. Ma queste sessioni non sono
aperte, quindi noi non sappiamo nel dettaglio quali siano gli argomenti,
ma i testi di lavoro che saranno in discussione sono già pubblicati. E
questo testo sulla missione della Chiesa ortodossa è piuttosto una
riflessione sull’antropologia cristiana, perché la prima missione
dell’annuncio evangelico della Chiesa è soprattutto quello di annunciare
l’uomo nuovo, rinnovato in Cristo. Dopo questo testo ci sarà un altro
argomento, che forse sarà affrontato già oggi pomeriggio, sulla
diaspora. A causa delle migrazioni delle popolazioni ortodosse in
Occidente nel XX secolo, le Chiese hanno dovuto nominare vescovi per la
cura pastorale dei loro fedeli. Allora, si pone la questione della
molteplicità di strutture ecclesiali nella diaspora. Questo testo
formula una proposta transitoria per risolvere questo problema della
diaspora.
D. – Tra i temi centrali, c’è anche quello della persecuzione dei cristiani in Medio Oriente?
R. – Non è un tema all’ordine del
giorno, ma alla fine dei lavori il Concilio pubblicherà un messaggio nel
quale sicuramente ci sarà la questione della persecuzione dei
cristiani. Ma non è all’ordine del giorno dei lavori di questo Concilio,
che verte piuttosto su questioni interne alla Chiesa ortodossa. Ma la
persecuzione dei cristiani è sicuramente nel cuore di tutti i vescovi
che sono qui.
D. – Secondo lei, questo Concilio aiuterà anche i rapporti tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica?
R. – Sicuramente, questo Concilio è
molto importante anche per la Chiesa cattolica, innanzitutto perché
l’unità delle Chiese ortodosse facilita il dialogo con la Chiesa
cattolica, ma anche perché la Chiesa cattolica sta riflettendo anche
sulla sinodalità.