giornalista greco Papachristou spiega retroscena scontro fra Mosca e Costantinopoli, adnkronos
pubblicato il: 19/06/2016 11:38
Con una solenne messa celebrata da tutti i primati, si apre oggi a
Creta il sinodo panortodosso, il primo dopo oltre 1200 anni. Ma il sogno
di Bartolomeo, il patriarca ecumenico di Costantinopoli, di riunire
tutte le 14 chiese dell'ortodossia, si è per ora infranto di fronte al
ritiro della Russia, che all'ultimo momento ha rinunciato a partecipare.
Un'assenza che molte fonti legano ad uno scontro di potere, con il
patriarca russo Kirill che vorrebbe cambiare lo status di "primus inter
pares", assegnato al patriarcato di Costantinopoli (Istanbul) in base
alla tradizione storica e al diritto canonico ortodosso.
A spiegare all'Adnkronos i retroscena del sinodo è il giornalista
greco ed esperto di ortodossia Nikos Papachristou, animatore del blog
Amen.gr. "La ragione del problema è che ogni consiglio sinodale ha
bisogno di un presidente. A Creta tutto il mondo vedrà che il presidente
del sinodo è il patriarca di Costantinopoli, perchè questa è la
tradizione", spiega il giornalista, sottolineando l'importanza del
posizionamento nelle foto ufficiali dell'evento, che in gran parte si
svolge a porte chiuse.
Secondo Papachristou, con la loro assenza i i russi "si sono però
isolati da soli" perchè a Creta sono presenti 10 chiese su 14. E il
messaggio che viene mandato ai fedeli è che "il gioco politico è più
importante dello Spirito Santo", sotto il cui segno si svolge il sinodo,
iniziato oggi giorno di Pentecoste per gli ortodossi.
Del resto, racconta il giornalista ellenico, i problemi con i russi
sono insorti fin dal 2014 quando Bartolomeo propose di tenere il sinodo a
Istanbul, nella simbolica Santa Irene, prima chiesa costruita a
Costantinopoli (ancor prima di Santa Sofia), oggi trasformata in sede di
concerti. Mosca fece obiezioni sulla scelta del luogo e sulla
disposizione dei posti a sedere fra i primati, ma non disse di no.
Quando lo scorso gennaio i primati si sono incontrati a Ginevra per
finalizzare l'agenda del sinodo, la chiesa di Mosca ha chiesto di
cambiare sede, dati i problemi diplomatici fra Russia e Turchia per la
guerra in Siria. Bartolomeo ha allora proposto l'accademia ortodossa di
Kolymbari a Creta, isola che ricade sotto la giurisdizione religiosa di
Costantinopoli.
Malgrado l'approvazione unanime dell'agenda del sinodo da parte di
tutti i primati, a fine maggio il patriarca russo Kirill ha inviato una
lettera a Bartolomeo con domande sulla disposizione dei posti a sedere
dei partecipanti, obiezioni sulla posizione degli osservatori di altre
chiese cristiane e quesiti sul costo del sinodo. Due giorni dopo gli
stessi argomenti sono stati sollevati dalla chiesa bulgara. Ed infine il
patriarcato di Antiochia ha posto il problema della controversia con
il patriarca di Gerusalemme sulla giurisdizione della parrocchia del
Qatar, dove gli unici fedeli sono stranieri presenti per lavoro
nell'emirato.
"Ma perchè mai - si chiede Papachristou- il patriarca di Antiochia,
che ha giurisdizione sulla Siria, si preoccupa tanto del Qatar quando in
Siria c'è la guerra, con morti, profughi, il dramma dei cristiani?
Perchè il Patriarca, che ha dovuto trasferirsi in Libano lasciando
Damasco e ha perso suo fratello nella guerra, agisce così invece di
chiedere aiuto e sostegno al sinodo panortodosso?".
Si è così giunti al comunicato del 13 giugno, con il quale la chiesa
ortodossa russa ha chiesto il rinvio del sinodo, giustificando questa
posizione con il ritiro delle chiese di Antiochia, Georgia e Bulgaria,
tutte considerate molto vicine a Mosca. Nel conto si aggiungeva anche la
chiesa di Serbia, che però ha poi annunciato la sua partecipazione. Ma
ormai era troppo tardi per rinviare il sinodo, una decisione per la
quale servirebbe l'unanimità. I lavori, che non riguardano argomenti
dogmatici, ma di vita sociale e organizzazione ecclesiastica, oltre che
della delicata questione del rapporto con i cattolici, dureranno fino al
27 giugno. Resta da vedere come potrà essere ricucita la rottura che si
è consumata.
Secondo fonti citate dal sito greco Kathimerini, Mosca vorrebbe
cambiare lo status di "primus inter pares" di cui gode il patriarcato
ecumenico di Costantinopoli, mettendo Bartolomeo e Kirill sullo stesso
piano, come 'co-custodi' della chiesa ortodossa.