Cardinale Koch: Cattolici-Ortodossi, “auspichiamo un documento condiviso”
Si sono aperti oggi a Francavilla al Mare i lavori della quattordicesima
plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo
teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse. “Dopo Amman,
auspichiamo un documento condiviso che possa essere decisivo per
l’unità”, ha detto il cardinal Kurt Koch, presidente del Pontificio
Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. “L’incontro di
questi giorni è la una continuazione di un grande dialogo tra la Chiesa
Cattolica e Ortodossa – ha precisato -. Abbiamo avviato questo dialogo
teologico per ritrovare l’unità e sono veramente contento di questa
riunione plenaria della commissione: spero sarà stilato un documento
conclusivo”. Dopo la plenaria di Amman in Giordania, a settembre scorso,
“abbiamo fatto un comitato di coordinamento per preparare un documento
su cui stiamo lavorando: oggi abbiamo fatto due sessioni divise, una
Cattolica e una Ortodossa, e ora tutti i gruppi vogliono continuare con
questo testo. È molto importante fare un messaggio pubblico: spero si
arrivi a questo”. AgenSIR
Cattolici-Ortodossi: arcivescovo Job di Telmoss, “due polmoni di un’unica Chiesa”
“È un incontro importante per ci consente di approfondire le questioni
che ci separano per superare le differenze. Ciò che sperimentiamo
vivendo insieme è che siamo due Chiese molto vicine: come diceva
Giovanni Paolo II, siamo due polmoni di un’unica chiesa. Ecco perché noi
non solo ci attendiamo molti propositivi risultati da questo dialogo ma
mettiamo anche una grande speranza”. Lo ha detto, oggi, l’arcivescovo
Job di Telmessos, rappresentante del Patriarcato Ecumenico di
Costantinopoli presso il Consiglio Ecumenico delle Chiese, intervenendo a
Francavilla al Mare all’apertura dei lavori della quattordicesima
plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico
tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse.AgenSIR
Cattolici-Ortodossi: mons. Forte (Chieti), “non un’uniformità che appiattisce ma sinodalità”
“Non un’uniformità che appiattisce ma sinodalità, cioè unità che
valorizza le differenze nella comunione”. Lo ha affermato monsignor
Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, oggi all’apertura dei lavori
della quattordicesima plenaria della Commissione mista internazionale
per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse.
“Siamo ora in una tappa molto importante soprattutto – ha chiarito –
perché essa si colloca dopo due incontri significativi, quello di Papa
Francesco con Bartolomeo e Kyrill. Noi stiamo discutendo in questi
giorni la maniera in cui concepire l’unione futura delle nostre chiese
per una via non di uniformità che appiattisce ma di sinodalità, cioè di
unità che valorizza le differenze nella comunione che riconosca il ruolo
unico del vescovo di Roma al servizio di tutte le chiese”. Roma, ha
aggiunto, “era la prima delle chiese della cosiddetta Pentachia, cioè
delle chiese patriarcali del mondo antico (Roma, Gerusalemme,
Alessandria, Antiochia, Costantinopoli), secondo un ordine riconosciuto
anche dall’oriente ortodosso”. E “questo apre la strada non solo al
riconoscimento reciproco della ricchezza spirituale delle due Chiese
sorelle, ma anche del servizio che il vescovo di Roma potrà esercitare
per tutta la futura chiesa unita e in generale la comunione di tutti i
cristiani”.AgenSIR
Cattolici-Ortodossi:
Gennadios di Sassima (Patriarcato Ecumenico), “lavoriamo su primato
vescovo Roma per arrivare a testo condiviso”
“Lavoriamo sul primato del vescovo di Roma per arrivare a un testo
condiviso”. Lo ha detto il metropolita Gennadios di Sassima del
Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, intervenendo oggi ai lavori
della quattordicesima plenaria della Commissione mista internazionale
per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse.
“Dopo quarant’anni di dialogo, siamo nella terza fase – ha spiegato -.
Ora lavoriamo su un testo che è stato elaborato nel 2014 in Giordania,
ad Amman, da un comitato di lavoro e dalla commissione internazionale
sul primato del vescovo di Roma”. Poiché ci sono mille anni di storia
della teologia, “è molto difficile lavorare e studiare tutti gli aspetti
nel dettaglio e, per questo, la commissione ha il mandato di
approfondire gli aspetti che toccano il ruolo del vescovo di Roma. Tutti
speriamo che questa riunione a Chieti possa portare ad un testo comune,
soprattutto perché da Ravenna non ne abbiamo più elaborati. Speriamo
che questa riunione posa essere il momento decisivo per gli anni che
verranno. Essere qui è una benedizione di Dio”.AgenSIR