HOLY AND GREAT COUNCIL DOCUMENT

Draft Synodical Document

Σάββατο 4 Δεκεμβρίου 2021

INDIRIZZO DI SALUTO DI SUA BEATITUDINE IERONYMOS II DI ATENE E DI TUTTA LA GRECIA

Incontro
di Sua Beatitudine Ieronymos II
e Sua Santità Francesco con i rispettivi Seguiti
“Sala del Trono” dell’Arcivescovado Ortodosso

Indirizzo di saluto di Sua Beatitudine Ieronymos II di Atene e di tutta la Grecia

Traduzione di lavoro-non officiale, Santa Sede

Santità,

questo giorno della Sua visita ed accoglienza nel Santo Arcivescovado di Atene è per noi  particolarmente significativo, a seguito dell’invito rivolto a Vostra Santità dall’onorevole Stato della Grecia  per il tramite di Sua Eccellenza il presidente della Repubblica ellenica, la signora Aikaterini  Sakellaropoulou.  Accogliamo Vostra Santità con sentimenti di fratellanza e omaggio. Un caldo benvenuto a Lei e ai  membri del Suo seguito nella sede della Chiesa di Atene, in prossimità della sacra rocca dell’Acropoli,  vicino allo storico sito nel quale, per la prima volta nella storia europea Paolo, l’Apostolo delle Nazioni e  fondatore della nostra Chiesa, parlò del Dio ignoto, Nostro Signore Gesù Cristo: “Poiché, passando e  osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: Al dio ignoto.  Orbene, ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annuncio” (At, 17, 23).
Abbiamo l’onore di accoglierLa nella nostra Patria per la seconda volta, mentre la nostra visita  comune all’Isola di Lesvos insieme al Primus della nostra Chiesa ortodossa, il Patriarca ecumenico  Bartolomeo, svolta con l’intenzione di risvegliare la consapevolezza globale di fronte alla sfida della  questione dei migranti e dei rifugiati, è ancora fresca nella nostra memoria.
Accogliamo Vostra Santità in un periodo cruciale non soltanto per la nostra Patria ma per tutto il  mondo. La crisi pandemica incalzante ha cambiato la vita delle persone su tutto il pianeta e continua a farlo.
Sono così emersi diversi problemi: la violenza, l’insicurezza, la paura, la disperazione mentre soprattutto  un senso di frustrazione ha preso il sopravvento sugli animi delle persone, indipendentemente da razza,  religione, lingua o cultura.
Di fronte alla corruzione della morte siamo tutti uguali. L’antropologia della Chiesa Ortodossa  descrive lo stato corruttibile dell’Uomo, la natura passeggera della creazione mentre identifica la morte con  il peccato. Il nostro Cristo ha liberato la razza umana dalla corruzione del peccato. Egli ha risollevato  l’uomo caduto, trasformato la sua vita e, calpestando la morte con la morte, in quando Signore della vita e  della morte, ha donato la vita eterna e imperitura.  Negli scritti dell’Apostolo Paolo l’identificazione della morte con il peccato risulta evidente.
Altrettanto evidente è la fede dell’Apostolo nella Resurrezione in quanto la speranza e la vita nuova donate  dal Cristo Risorto ricevono un’enfasi molto particolare. Questo è il motivo per cui l’Apostolo predica la  Buona Novella della pace di Dio che abolisce la violenza: “Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi  che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini (Ef 2, 17)”. In verità, il mondo ha un profondo bisogno  di questa pace, perché Cristo è l’unico che “congeda la folla”, scaccia la paura e ristabilisce la nostra fede
(cfr Mt 14,22-33).

Il cammino pacifico compiuto fianco a fianco da Chiesa e scienza ha contribuito e continua a dare  un grande contributo nell’affrontare la pandemia. Insieme ai traguardi scientifici, la parola di Cristo tutela  il dono della vita, rafforza la fede del popolo, diffonde la pace da una condizione individuale a una  condizione sociale.
Inoltre, è necessario che noi tutti leader cristiani insieme rendiamo testimonianza di ciò di cui il  mondo ha bisogno in questo momento. Il Patriarca ecumenico Bartolomeo ha correttamente sottolineato  che la pandemia che ci ha colpiti non mette in pericolo la fede quanto più la stessa vita dell’Uomo. È nostro  dovere chiarire questa differenza essenziale ed aiutare le persone a non avere più paura.
Accogliamo Vostra Santità nella nostra Grecia ospitale, il Paese che conosce bene la virtù della  gentilezza e dell’ospitalità. Inoltre, in questo periodo molte madri greche si prendono cura di tanti nostri  fratelli rifugiati in tutto il Paese. Nella loro mente gli insegnamenti cristiani sono stati messi in pratica come  un’esperienza vissuta (Erlebnis). Non sono rimaste parole vuote. Queste madri continuano ad insegnarci  quanto di meglio l’animo umano contiene e sappia offrire con il loro altruismo, amore, accettazione,
comprensione e agire disinteressato.
È davvero con grande sollievo che rileviamo la Sua grande sensibilità nei riguardi del problema dei  rifugiati e dei migranti. Riconosco la Sua grande disponibilità all’integrazione e accoglienza di tanti  rifugiati nel corso degli ultimi anni. Allo stesso tempo sento la necessità di unirmi a Lei nel sottolineare che  dobbiamo dare l’allarme di fronte a questa enorme sfida. Se la comunità globale, i leader degli Stati potenti  e le organizzazioni internazionali non prendono decisioni davvero forti, la presenza costantemente  minacciata di rifugiati donne e bambini senza protezione aumenterà costantemente e globalmente. Gli  elementari diritti all’istruzione, alla libertà religiosa e all’eguaglianza continueranno a essere minacciati.
Insieme dovremo smuovere le montagne, i muri e l’intransigenza dei potenti della terra. Non sono  più sufficienti le belle parole. I nostri fratelli in Afghanistan non possono continuare a subire tanta  sofferenza. È triste, ma saranno costretti a lasciare il loro Paese solo per essere strumentalizzati da altri  Paesi, una pratica sistematicamente applicata dal nostro stesso vicino, la Turchia. Costretti a cercare porti  sicuri, è facile che siano coinvolti in conflitti politici o religiosi. Per questo è nostro dovere fermare il flusso  migratorio prima ancora che si metta in moto, e cioè adesso! Siamo ormai fuori tempo massimo! Abbiamo  questo dovere nei confronti dei nostri figli e delle generazioni future. Inoltre, la questione dei rifugiati è  complessa. A parte le disuguaglianze finanziarie, sociali e politiche ci sono anche implicazioni ontologiche.
E questo viene dalla disuguaglianza sperimentata quando chiunque sia diverso non si trovi all’interno di  una relazione. Questo ci riguarda in maniera particolare come cristiani e come teologi.
Accogliamo Vostra Santità in un momento egualmente cruciale per il mondo intero e per il futuro  dei nostri figli. Il recente accordo di Glasgow sulla riduzione delle emissioni di gas serra ha scontentato la  maggior parte delle persone. Quando però arriviamo a parlare di ambiente, non c’è più spazio per  compromessi. Questo grande dono di Dio è minacciato e a meno che non prendiamo iniziative importanti  il futuro appare davvero molto cupo.
Faccio appello a Vostra Santità affinché si unisca a me nella condanna di questa politica miope degli  Stati più forti, potenti nella produzione dell’energia. Non è sufficiente programmare benessere, profitti e  soluzioni facili. Non è sufficiente usare argomenti superficiali nel richiedere più tempo apparentemente  necessario per rimediare. Lo dobbiamo ai nostri figli. Inoltre, abbiamo quasi la stessa età e in questa condizione dovremmo tentare di non preoccuparci del domani perché il domani si preoccuperà di sé stesso.
Noi viviamo la nostra vita e l’abbiamo vissuta, abbiamo goduto delle bellezze di Dio nella natura e  nell’ambiente. Ma cosa ha in serbo il futuro per le giovani generazioni?
Sono sicuro che le porte di Vostra Santità siano aperte a questo appello, e questo è il motivo per cui  vorrei chiederLe formalmente di intraprendere un’azione comune in questa direzione. La Chiesa di Atene  e tutte le sue istituzioni saranno a Sua disposizione.
Ancora, accogliamo Vostra Santità in una congiuntura temporale in cui i leader cristiani sembrano  essere stati superati dagli sviluppi. La cultura moderna si è allontanata dal significato tradizionalmente  assegnatole dalla religione. Ora si fonda sul significato prodotto da quella che, essenzialmente, rappresenta
una nuova forma di religiosità: la tecnologia digitale. L’abolizione dei limiti di spazio e tempo genera l’illusione che l’uomo non abbia limiti né limitazioni; che lui o lei abbia raggiunto l’immortalità in terra,  mentre noi rimandiamo l’immortalità alla fine di questa era. Lui o lei è veramente affascinato dalle  agevolazioni e dal potenziale fornito dallo sviluppo digitale al punto che lui o lei non si rende più conto  della non-libertà con cui alla fine questa evoluzione lo/la minaccia. E questa è la ragione per cui lui o lei  aspetta con sempre maggiore impazienza la prossima, miracolosa applicazione, arrivando a formare code  interminabili per acquistarla. Sfortunatamente, però, sembra che l’illusione promessa dall’Illuminismo si  riveli un inganno.
Peraltro, noi accogliamo Vostra Santità in una particolare congiuntura storica della nostra Patria:
sono passati 200 anni dalla nostra rinascita nazionale (palingenesi, in greco). Questo bicentenario ricorda  le lotte e i sacrifici dei nostri eroi contro le tenebre che il giogo ottomano ha tentato di imporre in quel  tempo. Però la luce ha vinto, la fede ha prevalso, i sacrifici sono stati ricompensati e la culla della  democrazia è risorta.
In questa congiuntura storica noi crediamo che Vostra Santità, come umile e allo stesso tempo  dinamico capo della Chiesa cattolica romana, avrà il coraggio e l’onestà di considerare i segni mancanti e  le omissioni dei predecessori di Vostra Santità, che si sono tenuti a distanza dalla lotta per la libertà del  nostro popolo. Non è mia intenzione porLa in una posizione di imbarazzo: ma sono convinto che tra persone  che desiderano essere chiamate ed essere fratelli in Cristo, il linguaggio migliore sia e rimanga quello della  sincerità. Lungi da noi il pensiero di un coinvolgimento diplomatico nel suo significato peggiore, né in  procedimenti diplomatici.
Personalmente, nutro grande stima e affetto per la persona di Vostra Santità. Fin dall’inizio della  sua vita ecclesiastica, Lei ha servito l’Uomo a imitazione di Nostro Signore, che “non è venuto per essere  servito, ma per servire” (Mc 10, 45).
Lei è nato, cresciuto ed ha servito in un Paese che ha conosciuto una storia difficile e grandi  disuguaglianze finanziarie, di classe e razziali. Lei ha scelto, e non a caso, di portare il nome di un Santo  della Sua Chiesa, Francesco di Assisi, del quale aveva giustamente detto che “aveva portato alla cristianità  un’idea di povertà contraria al lusso, all’orgoglio, alla vanità del potere civile ed ecclesiastico della sua  epoca”1.
Questa è la ragione per cui sono certo che Vostra Santità, in quanto riformatore Primate della Chiesa  cattolica romana, sappia come scrollare i pesi del passato, in particolare quelli collegati con gli avvenimenti  della Guerra d’Indipendenza greca che hanno tristemente ferito il pleroma (interezza) della nostra Chiesa.
Lo dobbiamo al sangue versato da quegli eroi e quei martiri della Rivoluzione greca, che siano riabilitati  nel processo storico da Vostra Santità. Ho fiducia assoluta nella Sua capacità di giudizio, la Sua grandezza spirituale e la Sua lunga esperienza ecclesiale.
Infine, accogliamo Vostra Santità riconoscendo nella Sua persona un umile e competente operaio  del messaggio del Vangelo per la nostra unità nella nostra comune fede in Cristo. Il cammino comune della  Chiesa cattolica romana e della Chiesa ortodossa nel primo millennio della cristianità ha davvero molto da  insegnarci. Inoltre, l’impegno che noi ortodossi abbiamo preso, nel corso del Santo e Grande Sinodo di  Creta del 2016 sotto la guida della nostra Madre Chiesa di Costantinopoli, a proseguire il dialogo teologico,  è un elemento costitutivo della nostra missione. Dobbiamo continuare questo dialogo nella verità e con amore, senza compromessi e intolleranza “per non creare alcun ostacolo al vangelo di Cristo” (Cor 1, 9-12), nella sicura certezza che non ci è permesso di lasciare divisa la tunica senza cuciture del Signore perché,  come afferma l’Apostolo Paolo, Cristo non è diviso (Cor 1, 1-13).

Santità,
a conclusione di questi nostri umili pensieri in occasione della visita che ci fa, ci permetta di   auspicare di tutto cuore che il Dio onnipotente e Donatore Le conceda una salute incrollabile, diffonda la Maclean’s, 26.3.2013) sua luce su di Lei nel compimento del grande compito che ha assunto al servizio del popolo e dell’unità dei
cristiani, e che La rinsaldi nel suo cammino per il raggiungimento dei Suoi obiettivi.


Benvenuto, Santità!
 1 Brian Bethune, “Dagli archivi: Uomo del popolo. Il Papa con il senso dell’umorismo ironico e la sintonia con la gente, saprà  rinvigorire la Chiesa e il papato?”, Maclean’s, 26.3.2013 (“From the archives: Man of the people. Will the Pope with the wry  sense of humour and common touch actually reinvigorate the Church and the papacy?”, Maclean’s, 26.3.2013)

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