HOLY AND GREAT COUNCIL DOCUMENT

Draft Synodical Document

Τετάρτη 21 Δεκεμβρίου 2022

MESSAGGIO PATRIARCALE PER IL NATALE 2022


           Οικουμενικόν Πατριαρχείον

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B A R T O L O M E O
PER MISERICORDIA DI DIO ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI
NUOVA ROMA E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA
GRAZIA, MISERICORDIA E PACE
DA CRISTO SALVATORE NATO A BETLEMME


 

Veneratissimi Fratelli nell’Episcopato,

Figli amatissimi nel Signore,

La Santa Chiesa festeggia oggi la Nascita secondo la carne del pre-eterno Figlio e Logos di Dio, lo “strano e portentoso” mistero, “che è stato nascosto per secoli e per generazioni” (Col, 1, 26). In Cristo si rivela definitivamente la verità riguardo a Dio e riguardo all’uomo, come in modo più che teologico spiega San Cirillo di Alessandria: “Noi siamo uomini secondo natura, egli invece essendosi riversato in natura per amore degli uomini, è divenuto uomo. Servi di Dio noi per natura, in quanto creati. Servo si è rivelato anche Lui, nell’essersi volto alla natura, quando è divenuto uomo. Ma anche il contrario, Dio per essenza lui stesso. Dei anche noi pervenuti alla natura per grazia. Siamo uomini infatti. Quello Figlio per natura, figli anche noi per collocazione, in quanto comunità ad essa in lui chiamati”[1].

“Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv. 8, 32). Il nostro Signore Gesù Cristo è “la via, la verità e la vita” (Gv. 14, 6), è il liberatore dell’uomo “dalla schiavitù del nemico”. Non esiste vita e libertà senza la Libertà e al di fuori della Libertà. Il dare alla nostra vita qualsiasi senso desideriamo, non è libertà, ma la contemporanea versione del peccato originale, la autoreclusione dell’uomo in una autonomia autosufficiente e autocompiacente, senza sensibilità verso la verità, quale relazione con Dio e con il prossimo. Il Natale è un tempo di conoscenza di sé stessi, di comprensione della differenza tra il “Dio-Uomo” e l’”uomo-dio”, della presa di coscienza del salvifico insegnamento cristiano. “Non diciamo che l’uomo si è fatto dio, ma che Dio si è fatto uomo”[2].

Il lieto annuncio del Natale riecheggia quest’anno con i tamburi di guerra e col fragore delle armi in Ucraina, che subisce le conseguenze tragiche di una invasione impudente ed ingiusta. Tutte le guerre sono per noi Cristiani fratricide e civili, sono, come ha dichiarato il Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa “una conseguenza del male nel mondo e del peccato”[3]. Nel caso dell’Ucraina hanno per di più valore le parole di San Gregorio Palamas riguardo alle sanguinose lotte dei suoi tempi a Tessalonica tra Ortodossi “ricchi della comune madre, la sacra Chiesa e del rispetto, di cui principio e fine è Cristo, vero Figlio di Dio, che non è solo nostro Dio, ma si è anche compiaciuto di essere fratello e Padre”[4].

Nel volto di Cristo si è compiuta la “ricapitolazione” di tutto, la manifestazione dell’unità del genere umano e della sacralità della persona umana, l’apertura della via verso il “a somiglianza” ed è stata rivelata la pace “che supera ogni intelligenza” (Fil. 4, 7). Cristo è “la nostra pace” (Ef. 2, 14) e a Lui è dedicato lo storico ed emblematico Sacro Tempio di “Santa Irene” (Santa Pace) nella città di Costantino.

Il nostro Salvatore beatifica gli “operatori di pace”, poiché “saranno chiamati figli di Dio” (Mt. 5, 9), promuove l’idea della giustizia e dell’amore perfino verso i nemici. La Chiesa Ortodossa prega nella Divina Liturgia “per la pace che viene dall’alto” e “per la pace del mondo intero”. “Donaci Signore Dio nostro, la tua pace ed il tuo amore, tu che ci hai consegnato ogni cosa”, domandiamo glorificando il Datore di ogni bene, durante la Liturgia di San Basilio il Grande. Noi, che abbiamo ricevuto da Dio ogni cosa, abbiamo bisogno, essendo stati troppo beneficiati, di lottare per la pace di più rispetto agli altri uomini, secondo il detto Biblico: “A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto” (Lc. 12, 48). In questo senso, ciò che, contrariamente a questo principio, viene fatto dai Cristiani, non è a carico del Cristianesimo, ma di coloro che agiscono in violazione dei comandamenti divini.

Mai nella storia dell’umanità, la pace tra i popoli non fu una condizione ovvia, ma fu ovunque e sempre un risultato di iniziative ispirate, di coraggio e di autosacrificio, di resistenza alla violenza e di rifiuto della guerra come mezzo di soluzione delle divergenze, lotta continua per la giustizia e la protezione della dignità umana. Il loro contributo alla pace e alla riconciliazione costituisce principale criterio della credibilità delle religioni. Senza dubbio, nelle tradizioni religiose esistono incentivi non solo per una pace interna ma per promuovere e per instaurare la pace della società, per superare l’aggressività nelle relazioni delle persone e dei popoli. Questo fatto è particolarmente significativo nella nostra epoca, in cui prevale la visione che la pace deriverebbe come risultato dello sviluppo economico, della crescita del tenore di vita, del progresso della scienza e della tecnologia, attraverso la comunicazione digitale ed internet. Abbiamo la certezza che non è possibile che esista pace tra i popoli e le culture, senza la pace tra le religioni, senza il loro dialogo e la loro collaborazione. La fede in Dio potenzia la lotta per un mondo di pace e di giustizia, anche quando questo sforzo si trova davanti a ostacoli insormontabili per l’uomo. Comunque, è inaccettabile che rappresentanti delle religioni predichino fanatismo e riaccendano la fiamma dell’odio.

Eminentissimi ed Eccellentissimi fratelli e figli amati,

Cristo nasce, glorificatelo; Cristo scende dai cieli, andategli incontro; Cristo è sulla terra, elevatevi! Conformandoci alla esortazione del Santo predecessore della nostra Modestia sul Trono della Chiesa Costantinopolitana, Gregorio il Teologo, festeggiamo dunque il giorno della natività del Salvatore del mondo in uno spirito di letizia, “non in modo mondano, ma in un modo oltremondano”, fuggendo “tutto il superfluo e oltre il necessario; essendone privi ed avendo bisogno di ciò, coloro che provengono dal suo fango e sputo”[5]. Auguriamo a tutti voi, Santi Dodici Giorni di compunzione e di glorificazione, che sono veramente pienezza del tempo e raggio della luce dell’eternità. Voglia manifestarsi il 2023 che sta per giungere, per la benevolenza e la grazia del Dio Logos incarnato, per noi uomini e per la nostra salvezza, periodo di pace, di amore, di solidarietà, nuovo anno della bontà del Signore.

Tanti auguri benedetti!

Natale, 2022

Il Patriarca di Costantinopoli

Fervente intercessore presso Dio per voi tutti

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[1] Cirillo di Alessandria, Il Libro dei Tesori riguardo alla Santa e Consustanziale Trinità, PG 75,561.

[2] Giovanni Damasceno, Spiegazione precisa della fede Ortodossa, PG 94,988.

[3] La missione della Chiesa Ortodossa nel mondo contemporaneo, 4.1.

[4] Gregorio Palamas, Riguardo alla pace reciproca, PG 151, 10.

[5] Gregorio il Teologo, Alla Teofania, ossia la Nascita del Salvatore, PG 36, 316.

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