“Nel nome di colui che ci riconcilia tutti in un solo corpo” (cfr. Ef 2,16)
CONCLUSIONE
al Convegno ecumenico nazionale convocato dalla Conferenza Episcopale
Italiana a titolo: “Nel nome di colui che ci riconcilia tutti in un solo
corpo” (cfr. Ef 2,16)
Assisi, 20-22 novembre 2017
Archimandrita Evangelos Yfantidis
CONCLUSIONE
al Convegno ecumenico nazionale convocato dalla
Conferenza Episcopale Italiana a titolo: “Nel nome di colui che ci
riconcilia tutti in un solo corpo” (cfr. Ef 2,16)
Assisi, 20-22 novembre 2017
† Archimandrita Evangelos YfantidisVicario Generale dell’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta
* * * * *
Eccellenze Reverendissime,
Reverendissimi Padri,
Sorelle e fratelli carissimi,
Vorrei ringraziare la CEI per l’onore di aver voluto riservare
all’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta e a Sua Em.za Rev.ma il
Metropolita Gennadios, che oggi rappresento, il posto della conclusione
finale di questo importantissimo incontro preparato dell’Ufficio
Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso.
Come si è visto in questi tre giorni, il Convegno, organizzato nella
terra di Francesco -grande praticante dell’insegnamento evangelico- in
occasione del quinto centenario della Riforma protestante, si è
prefissato di interrogarsi cosa può significare “riforma” sia nel
contesto storico attuale che in quello ecumenico, che rappresenta un
“camminare insieme” attraverso la fedeltà al Vangelo e la riforma
ecclesiale.
Proprio per questo, sembra opportuno concludere i lavori di questo
incontro riassumendo i fondamentali lineamenti che ci offre il magistero
della Chiesa Ortodossa sulla questione, attraverso il VI documento del
Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa (Creta 2016), che ha il
titolo “Relazioni della Chiesa Ortodossa con il resto del mondo
cristiano”.
Avendo la Chiesa Ortodossa la missione e il dovere di trasmettere e
proclamare tutta la verità, contenuta nella Sacra Scrittura e nella
Santa Tradizione, sente la propria responsabilità di appianare la via
che conduce all'unità, espressa dai Sette Concili Ecumenici, da una
parte pregando incessantemente “per l'unità di tutti”, e dall’altra
promuovendo il dialogo e ogni sforzo relativo al ristabilimento di
questa unità. Condizioni essenziali per tale cammino sono la mutua
comprensione e la collaborazione tra le Chiese, allo scopo di “non
creare ostacoli al Vangelo di Cristo” (1 Cor. 9,12). Ogni attività
ecumenica della Chiesa Ortodossa è fondata sull’autocoscienza
dell’Ortodossia e sul suo spirito ecumenico, al fine di ricercare, sulla
base della verità della fede e della tradizione della Chiesa Antica dei
Sette Concili Ecumenici, l'unità di tutti i Cristiani. Visto che la
continua riforma per la Chiesa Ortodossa si trova non nel creare cose
nuove, ma nel continuo “ribattezzarsi” nella Bibbia, nella fede e nella
tradizione della Chiesa Antica dei Sette Concili Ecumenici in ogni
epoca, dalla prospettiva ortodossa la riforma viene vista oggi nel
contesto ecumenico come un invito alle altre Chiese Cristiane di
adottare questo “modus viventi” per chiarire delle questioni concrete
che ci dividono -come suggerisce sempre il VI documento del Santo e
Grande Sinodo-, particolarmente la dottrina ecclesiologica e
l’insegnamento generale sui Sacramenti, sulla grazia, sul sacerdozio e
sulla successione apostolica.
Fedele alla sua ecclesiologia, all'identità della sua struttura
interna e all'insegnamento della Chiesa Antica dei Sette Concili
Ecumenici, la Chiesa Ortodossa non accetta assolutamente l'idea della
“uguaglianza delle confessioni” e non può assolutamente concepire
l'unità della Chiesa come un adattamento interconfessionale. In questo
spirito, l'unità deve essere sia il prodotto di accordi teologici, che
il frutto dell’unità della fede preservata nei sacramenti e vissuta
nella Chiesa Ortodossa.
Convinta la Chiesa Ortodossa che attraverso il dialogo, ella apporta
una testimonianza dinamica della pienezza della verità in Cristo e dei
suoi tesori spirituali, suo obiettivo durante lo svolgimento di tutti i
dialoghi teologici ufficiali è il ristabilimento completo dell’unità
nella vera fede e nell’amore, attraverso la comprensione comune della
tradizione della Chiesa Antica. A questo proposito, la Chiesa Ortodossa,
nelle sue relazioni con il resto del mondo cristiano, non si poggia
solo sugli sforzi umani di coloro che sono coinvolti nel dialogo, ma
conta innanzitutto sulla guida dello Spirito Santo e sulla grazia del
Signore. La metodologia seguita nello svolgimento dei dialoghi teologici
ufficiali tra le Chiese ha lo scopo di trovare una soluzione alle
divergenze teologiche ereditate dal passato o a quelle che si sono
presentate recentemente e di ricercare gli elementi comuni della fede
cristiana. Le prospettive dei dialoghi teologici tra la Chiesa Ortodossa
e il restante mondo cristiano sono fissati sempre sulla base dei
principi dell’ecclesiologia ortodossa e dei suoi criteri canonici della
tradizione ecclesiastica già stabilita.
La Chiesa Ortodossa, nel suo magistero espresso nel Sinodo di Creta,
ritiene necessario che il dialogo teologico sia sempre accompagnato
dalla testimonianza al mondo con azioni di comprensione e di amore
reciproco, che esprimono la “gioia ineffabile” del Vangelo (1 Pt. 1,8).
Con questo spirito, la Chiesa Ortodossa ritiene importante che tutti noi
Cristiani, ispirati dai comuni principi fondanti del Vangelo, ci
sforziamo di dare ai problemi spinosi del mondo contemporaneo, una
risposta entusiastica e solidale, basata sul modello ideale di uomo
nuovo in Cristo. La Chiesa Ortodossa è consapevole del fatto che il
movimento per il ristabilimento dell'unità dei Cristiani sta assumendo
forme nuove per rispondere alle nuove circostanze e per affrontare le
nuove sfide del mondo contemporaneo.
Come ben si sa, questo incontro del Cristianesimo con il mondo e
l’uomo contemporaneo in Italia si realizza a livello sia nazionale che
locale attraverso vari occasioni, durante le quali in un clima di
amicizia e solidarietà fraterna si cerca di mostrare una comune
testimonianza cristiana nel mondo. Questo ideale ecumenico è stato
proseguito dal Patriarcato Ecumenico anche in Italia, soprattutto dagli
anni ’60 e poi. Sua Em.za il Metropolita Gennadios, Arcivescovo
Ortodosso d’Italia e Malta, considerato come uno dei pionieri del
movimento ecumenico nel nostro paese, ha vissuto sin dal lontano 1961
tutto il percorso delle Chiese Cristiane in Italia –Ortodossa, R.
Cattolica, Anglicana, Antiche Orientali e Riformate– verso la conoscenza
reciproca, la riscoperta della fraternità, la riconciliazione, il
rispetto e il dialogo della carità. Infatti, attraverso anche l’opera
ecumenica che viene svolta dalle 80 parrocchie e monasteri della nostra
Arcidiocesi e dai suoi sacerdoti e collaboratori laici con a capo il
Metropolita Gennadios, i Cristiani di diverse tradizioni in Italia hanno
cominciato a dialogare l’uno con l’altro, si sono conosciuti e si sono
apprezzati reciprocamente, hanno fondato i Consigli locali delle Chiese
Cristiane e altri gruppi di carattere ecumenico -p.es. Napoli, Venezia,
Padova, Milano, Perugia ecc.- [da non dimenticare che S. Em.za il
Metropolita Gennadios ben tre volte fin oggi ha chiesto ufficialmente la
creazione di un Consiglio, o di una istituzione analoga, delle Chiese
Cristiane a livello nazionale], organizzando e partecipando a incontri
ecumenici, dialoghi e conferenze, ma anche collaborando nell’ambito
caritatevole e di solidarietà, nel tentativo di dare una comune risposta
alle molte sfide dei tempi moderni e alle oppressive domande
esistenziali dell’uomo contemporaneo, anche attraverso dichiarazioni
congiunte, in modo particolare per quanto concerne questioni sociali di
attualità (per es. il fenomeno migratorio). Tutto ciò, grazie alle
direttive del Metropolita Gennadios, rende le parrocchie e i monasteri
dell’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta ponti affidabili d’amore e
di collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà per la
realizzazione del comandamento divino “che siano tutti uno”.
Vi ringrazio per l’ascolto!