Δευτέρα 30 Νοεμβρίου 2020

IL PAPA: LA CARITA DI SANT’ANDREA, FORZA PER TEMPI DIFFICILI

 


Papa Francesco e Bartolomeo I a all'incontro del 20 ottobre in Piazza del Campidoglio a Roma  (Vatican Media)

Il Papa: la carità di sant’Andrea, forza per tempi difficili

Francesco scrive al Patriarca ortodosso ecumenico Bartolomeo I nel giorno della festa dell’Apostolo, patrono del Patriarcato. Il cardinale Koch ha preso parte con una delegazione vaticana alla Divina Liturgia celebrata a Istanbul

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

Si potranno negoziare paci, ma questo non estinguerà dal mondo le guerre finché le persone non capiranno di essere fratelli e sorelle. Per il Papa della Fratelli tutti questa è una certezza. Un pensiero contenuto nel messaggio indirizzato al Patriarca Bartolomeo I, nel giorno della Festa dell’apostolo Andrea, letto dal cardinale Kurt Koch al termine della Divina Liturgia celebrata nella chiesa di San Giorgio a Istanbul, cui ha partecipato una delegazione vaticana. Una tradizione di antica data rispettata in modo analogo dai rappresentanti del Patriarcato ecmenico, che il 29 di giugno hanno preso parte alla Messa per la festa dei santi Pietro e Paolo.

Guerre e vite rubate

Nel ricordare l’incontro ecumenico del 20 ottobre scorso Roma in Piazza del Campidoglio condiviso con Bartolomeo I e altri leader religiosi, Francesco abbraccia con lo guardo il mondo notando come, oltre alla pandemia, la guerra continui “ad affliggere molte parti del mondo” e nuovi conflitti armati rubino la vita di uomini e donne.  “Indubbiamente – scrive nel messaggio il Papa – tutte le iniziative prese da enti nazionali e internazionali per promuovere la pace sono utili e necessarie, eppure i conflitti e la violenza non cesseranno mai finché tutte le persone non raggiungeranno una più profonda consapevolezza di avere una responsabilità reciproca come fratelli e sorelle”.

Chiese sorelle

Una fraternità che Francesco afferma di aver sperimentato “in prima persona” nei vari incontri con il Patriarcato ecumenico e anzi riconoscendo che il “desiderio di una sempre maggiore vicinanza e comprensione tra i cristiani” sia stato manifestato da Costantinopoli “prima che la Chiesa cattolica e le altre Chiese si impegnassero nel dialogo”. Il Papa cita a dimostrazione di questo fatto una lettera enciclica del Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico inviata alle Chiese di tutto il mondo cento anni fa.  “Quando le varie Chiese sono ispirate dall'amore, e lo pongono prima di tutto nel loro giudizio sugli altri”, si legge nella lettera del Santo Sinodo, “esse potranno, invece di aumentare e ampliare le dissensi esistenti, diminuirle e diminuirle il più possibile” e inoltre “con la loro disponibilità a dare, ogni volta che se ne presenti l'occasione, una mano di aiuto e di assistenza, allora faranno e realizzeranno molte cose buone alla gloria e al profitto sia di se stessi che di tutto il corpo cristiano”.

Obiettivo, l'unità

Un testo che non ha perso di attualità, sottolinea il Papa, che accompagna gli auguri al Patriarca Bartolomeo I per la festa di sant’Andrea con la constatazione della notevole crescita dei rapporti tra Chiesa cattolica e Patriarcato ecumenico nell'ultimo secolo. “Sebbene permangano degli ostacoli, sono fiducioso – scrive Francesco – che, camminando insieme nell'amore reciproco e perseguendo il dialogo teologico” sarà possibile giungere all’obiettivo “del ripristino della piena comunione espressa attraverso la partecipazione allo stesso altare eucaristico”, per “riunire tutti gli uomini in un unico corpo, e sulla pietra angolare della Chiesa unica e santa”.

 

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