di Sua Beatitudine Ieronymos II
e Sua Santità Francesco con i rispettivi Seguiti
“Sala del Trono” dell’Arcivescovado Ortodosso
Indirizzo di saluto di Sua Beatitudine Ieronymos II di Atene e di tutta la Grecia
Traduzione di lavoro-non officiale, Santa Sede
Santità,
questo giorno della Sua visita ed accoglienza nel Santo Arcivescovado di Atene è per noi particolarmente significativo, a seguito dell’invito rivolto a Vostra Santità dall’onorevole Stato della Grecia per il tramite di Sua Eccellenza il presidente della Repubblica ellenica, la signora Aikaterini Sakellaropoulou. Accogliamo Vostra Santità con sentimenti di fratellanza e omaggio. Un caldo benvenuto a Lei e ai membri del Suo seguito nella sede della Chiesa di Atene, in prossimità della sacra rocca dell’Acropoli, vicino allo storico sito nel quale, per la prima volta nella storia europea Paolo, l’Apostolo delle Nazioni e fondatore della nostra Chiesa, parlò del Dio ignoto, Nostro Signore Gesù Cristo: “Poiché, passando e osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: Al dio ignoto. Orbene, ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annuncio” (At, 17, 23).
Abbiamo l’onore di accoglierLa nella nostra Patria per la seconda volta, mentre la nostra visita comune all’Isola di Lesvos insieme al Primus della nostra Chiesa ortodossa, il Patriarca ecumenico Bartolomeo, svolta con l’intenzione di risvegliare la consapevolezza globale di fronte alla sfida della questione dei migranti e dei rifugiati, è ancora fresca nella nostra memoria.
Accogliamo Vostra Santità in un periodo cruciale non soltanto per la nostra Patria ma per tutto il mondo. La crisi pandemica incalzante ha cambiato la vita delle persone su tutto il pianeta e continua a farlo.
Sono così emersi diversi problemi: la violenza, l’insicurezza, la paura, la disperazione mentre soprattutto un senso di frustrazione ha preso il sopravvento sugli animi delle persone, indipendentemente da razza, religione, lingua o cultura.
Di fronte alla corruzione della morte siamo tutti uguali. L’antropologia della Chiesa Ortodossa descrive lo stato corruttibile dell’Uomo, la natura passeggera della creazione mentre identifica la morte con il peccato. Il nostro Cristo ha liberato la razza umana dalla corruzione del peccato. Egli ha risollevato l’uomo caduto, trasformato la sua vita e, calpestando la morte con la morte, in quando Signore della vita e della morte, ha donato la vita eterna e imperitura. Negli scritti dell’Apostolo Paolo l’identificazione della morte con il peccato risulta evidente.
Altrettanto evidente è la fede dell’Apostolo nella Resurrezione in quanto la speranza e la vita nuova donate dal Cristo Risorto ricevono un’enfasi molto particolare. Questo è il motivo per cui l’Apostolo predica la Buona Novella della pace di Dio che abolisce la violenza: “Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini (Ef 2, 17)”. In verità, il mondo ha un profondo bisogno di questa pace, perché Cristo è l’unico che “congeda la folla”, scaccia la paura e ristabilisce la nostra fede
(cfr Mt 14,22-33).
Inoltre, è necessario che noi tutti leader cristiani insieme rendiamo testimonianza di ciò di cui il mondo ha bisogno in questo momento. Il Patriarca ecumenico Bartolomeo ha correttamente sottolineato che la pandemia che ci ha colpiti non mette in pericolo la fede quanto più la stessa vita dell’Uomo. È nostro dovere chiarire questa differenza essenziale ed aiutare le persone a non avere più paura.
Accogliamo Vostra Santità nella nostra Grecia ospitale, il Paese che conosce bene la virtù della gentilezza e dell’ospitalità. Inoltre, in questo periodo molte madri greche si prendono cura di tanti nostri fratelli rifugiati in tutto il Paese. Nella loro mente gli insegnamenti cristiani sono stati messi in pratica come un’esperienza vissuta (Erlebnis). Non sono rimaste parole vuote. Queste madri continuano ad insegnarci quanto di meglio l’animo umano contiene e sappia offrire con il loro altruismo, amore, accettazione,
comprensione e agire disinteressato.
È davvero con grande sollievo che rileviamo la Sua grande sensibilità nei riguardi del problema dei rifugiati e dei migranti. Riconosco la Sua grande disponibilità all’integrazione e accoglienza di tanti rifugiati nel corso degli ultimi anni. Allo stesso tempo sento la necessità di unirmi a Lei nel sottolineare che dobbiamo dare l’allarme di fronte a questa enorme sfida. Se la comunità globale, i leader degli Stati potenti e le organizzazioni internazionali non prendono decisioni davvero forti, la presenza costantemente minacciata di rifugiati – donne e bambini – senza protezione aumenterà costantemente e globalmente. Gli elementari diritti all’istruzione, alla libertà religiosa e all’eguaglianza continueranno a essere minacciati.
Insieme dovremo smuovere le montagne, i muri e l’intransigenza dei potenti della terra. Non sono più sufficienti le belle parole. I nostri fratelli in Afghanistan non possono continuare a subire tanta sofferenza. È triste, ma saranno costretti a lasciare il loro Paese solo per essere strumentalizzati da altri Paesi, una pratica sistematicamente applicata dal nostro stesso vicino, la Turchia. Costretti a cercare porti sicuri, è facile che siano coinvolti in conflitti politici o religiosi. Per questo è nostro dovere fermare il flusso migratorio prima ancora che si metta in moto, e cioè adesso! Siamo ormai fuori tempo massimo! Abbiamo questo dovere nei confronti dei nostri figli e delle generazioni future. Inoltre, la questione dei rifugiati è complessa. A parte le disuguaglianze finanziarie, sociali e politiche ci sono anche implicazioni ontologiche.
E questo viene dalla disuguaglianza sperimentata quando chiunque sia diverso non si trovi all’interno di una relazione. Questo ci riguarda in maniera particolare come cristiani e come teologi.
Accogliamo Vostra Santità in un momento egualmente cruciale per il mondo intero e per il futuro dei nostri figli. Il recente accordo di Glasgow sulla riduzione delle emissioni di gas serra ha scontentato la maggior parte delle persone. Quando però arriviamo a parlare di ambiente, non c’è più spazio per compromessi. Questo grande dono di Dio è minacciato e a meno che non prendiamo iniziative importanti il futuro appare davvero molto cupo.
Faccio appello a Vostra Santità affinché si unisca a me nella condanna di questa politica miope degli Stati più forti, potenti nella produzione dell’energia. Non è sufficiente programmare benessere, profitti e soluzioni facili. Non è sufficiente usare argomenti superficiali nel richiedere più tempo apparentemente necessario per rimediare. Lo dobbiamo ai nostri figli. Inoltre, abbiamo quasi la stessa età e in questa condizione dovremmo tentare di non preoccuparci del domani perché il domani si preoccuperà di sé stesso.
Noi viviamo la nostra vita e l’abbiamo vissuta, abbiamo goduto delle bellezze di Dio nella natura e nell’ambiente. Ma cosa ha in serbo il futuro per le giovani generazioni?
Sono sicuro che le porte di Vostra Santità siano aperte a questo appello, e questo è il motivo per cui vorrei chiederLe formalmente di intraprendere un’azione comune in questa direzione. La Chiesa di Atene e tutte le sue istituzioni saranno a Sua disposizione.
Ancora, accogliamo Vostra Santità in una congiuntura temporale in cui i leader cristiani sembrano essere stati superati dagli sviluppi. La cultura moderna si è allontanata dal significato tradizionalmente assegnatole dalla religione. Ora si fonda sul significato prodotto da quella che, essenzialmente, rappresenta
una nuova forma di religiosità: la tecnologia digitale. L’abolizione dei limiti di spazio e tempo genera l’illusione che l’uomo non abbia limiti né limitazioni; che lui o lei abbia raggiunto l’immortalità in terra, mentre noi rimandiamo l’immortalità alla fine di questa era. Lui o lei è veramente affascinato dalle agevolazioni e dal potenziale fornito dallo sviluppo digitale al punto che lui o lei non si rende più conto della non-libertà con cui alla fine questa evoluzione lo/la minaccia. E questa è la ragione per cui lui o lei aspetta con sempre maggiore impazienza la prossima, miracolosa applicazione, arrivando a formare code interminabili per acquistarla. Sfortunatamente, però, sembra che l’illusione promessa dall’Illuminismo si riveli un inganno.
Peraltro, noi accogliamo Vostra Santità in una particolare congiuntura storica della nostra Patria:
sono passati 200 anni dalla nostra rinascita nazionale (palingenesi, in greco). Questo bicentenario ricorda le lotte e i sacrifici dei nostri eroi contro le tenebre che il giogo ottomano ha tentato di imporre in quel tempo. Però la luce ha vinto, la fede ha prevalso, i sacrifici sono stati ricompensati e la culla della democrazia è risorta.
In questa congiuntura storica noi crediamo che Vostra Santità, come umile e allo stesso tempo dinamico capo della Chiesa cattolica romana, avrà il coraggio e l’onestà di considerare i segni mancanti e le omissioni dei predecessori di Vostra Santità, che si sono tenuti a distanza dalla lotta per la libertà del nostro popolo. Non è mia intenzione porLa in una posizione di imbarazzo: ma sono convinto che tra persone che desiderano essere chiamate ed essere fratelli in Cristo, il linguaggio migliore sia e rimanga quello della sincerità. Lungi da noi il pensiero di un coinvolgimento diplomatico nel suo significato peggiore, né in procedimenti diplomatici.
Personalmente, nutro grande stima e affetto per la persona di Vostra Santità. Fin dall’inizio della sua vita ecclesiastica, Lei ha servito l’Uomo a imitazione di Nostro Signore, che “non è venuto per essere servito, ma per servire” (Mc 10, 45).
Lei è nato, cresciuto ed ha servito in un Paese che ha conosciuto una storia difficile e grandi disuguaglianze finanziarie, di classe e razziali. Lei ha scelto, e non a caso, di portare il nome di un Santo della Sua Chiesa, Francesco di Assisi, del quale aveva giustamente detto che “aveva portato alla cristianità un’idea di povertà contraria al lusso, all’orgoglio, alla vanità del potere civile ed ecclesiastico della sua epoca”1.
Questa è la ragione per cui sono certo che Vostra Santità, in quanto riformatore Primate della Chiesa cattolica romana, sappia come scrollare i pesi del passato, in particolare quelli collegati con gli avvenimenti della Guerra d’Indipendenza greca che hanno tristemente ferito il pleroma (interezza) della nostra Chiesa.
Santità,
cristiani, e che La rinsaldi nel suo cammino per il raggiungimento dei Suoi obiettivi.
Benvenuto, Santità!
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