Ecumenical Patriarchate
Discorso Catechetico per l'inizio della Santa e Grande Quaresima (2020)
+ B A R T O L O M E O
PER MISERICORDIA DI DIO
ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI – NUOVA ROMA
E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA
SIA GRAZIA E PACE
DAL SALVATORE E SIGNORE NOSTRO GESU’ CRISTO
E DA PARTE NOSTRA PREGHIERA, BENEDIZIONE E PERDONO
PER MISERICORDIA DI DIO
ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI – NUOVA ROMA
E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA
SIA GRAZIA E PACE
DAL SALVATORE E SIGNORE NOSTRO GESU’ CRISTO
E DA PARTE NOSTRA PREGHIERA, BENEDIZIONE E PERDONO
***
Rendendo un inno di grazie al Dio dell’amore, entriamo di nuovo nella Santa e Grande Quaresima, nello stadio delle lotte ascetiche, del digiuno e della temperanza, della veglia spirituale, della custodia dei sensi, della preghiera, dell’umiltà e della conoscenza di sé. Inizia il nuovo benedetto pellegrinaggio verso la Santa Pasqua, la quale “ha aperto per noi le porte del Paradiso”. Nella Chiesa e come Chiesa, contemplando il Signore della gloria Risorto, percorriamo tutti insieme la via della divinizzazione per grazia, che ci conduce ai beni sovracelesti “che Dio ha preparato per quelli che lo amano” (1 Cor. 2,9).
Nella Chiesa, dove si realizza il “mistero di sempre” della Divina Economia, ogni cosa ha un fondamento teologico incrollabile e un autentico rapporto soteriologico. La incarnazione di Dio e la divinizzazione dell’uomo sono i pilastri della fede ortodossa. Procediamo verso la nostra destinazione eterna dentro all’amore di Cristo. Il nostro Dio, che “è sempre a nostro favore” non è un “forza superiore”, chiusa nella trascendenza e nella magnificenza della sua onnipotenza e della sua santità, ma Logos di Dio prima dei secoli “che ha assunto la nostra forma”, per chiamare l’umanità alla comunione della sua santità, alla vera libertà. L’uomo che fin da principio “venne onorato con la libertà”, è chiamato liberamente ad accettare questo dono divino. Nel mistero teandrico (divino-umano) della salvezza, la collaborazione dell’uomo opera anche come testimonianza nel mondo per la carità vissuta – “Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? (1 Cor. 4,7), attraverso l’amore per il “fratello“, amore “che non chiede per se stesso”.
La Santa e Grande Quaresima è principalmente un tempo per vivere questa libertà donata da Cristo. Il digiuno e l’ascesi non sono una disciplina inflitta dall’esterno e una condizione determinata dall’esterno, ma rispetto volontario della pratica ecclesiastica, obbedienza alla Tradizione della Chiesa, che non costituisce una lettera morta, ma una presenza viva e vivificante, manifestazione diacronica della unità, della santità, della cattolicità e della apostolicità della Chiesa. La lingua della teologia e della innologia si riferisce alla “gioiosa tristezza” e alla “primavera del digiuno”. Il vero asceta è sempre gioioso, splendido e luminoso. Non conosce dualismi e divisioni, non sminuisce la vita e il mondo. L’”ascesi oppressiva”, la quale conduce all’ “inaridimento della natura umana”, non ha alcuna relazione con lo spirito dell’Ortodossia, dove la vita ascetica e la spiritualità si impregnano di letizia di resurrezione. In questo senso, il digiuno e l’ascesi contengono una proposta alternativa di vita davanti all’eudemonismo che promette falsi paradisi e al pessimismo nichilista.
Elemento essenziale della spiritualità ascetica ortodossa è anche il suo carattere comunionale. Il Dio della nostra fede è “il Dio più comunionale”, “Dio di relazioni”. In modo più opportuno si è detto che la Santa Trinità è “il rifiuto della solitudine”. La individualizzazione della salvezza e della pietà, il cambiamento dell’ascetismo in impresa individuale, ignorano la struttura triadocentrica dell’atto ecclesiastico. Quando digiuniamo per noi stessi e secondo il nostro proprio metro, allora il digiuno non manifesta lo spirito della tradizione ortodossa. La spiritualità è una presenza vivificante dello Spirito Santo, che è sempre uno “spirito di comunione”. La vera vita spirituale ortodossa si riferisce sempre al farsi chiesa della nostra esistenza e non ad una “autorealizzazione spirituale”.
Conformandoci al fatto che l’anno in corso è stato dedicato da parte della Santa e Grande Chiesa di Cristo al “rinnovamento pastorale e alla debita cura per la gioventù”, chiamiamo i giovani e le giovani ortodossi a partecipare alla lotta spirituale della Grande Quaresima, per vivere la sua profondità antropologica e il suo spirito liberante, per comprendere che l’ascetismo ortodosso è una via di libertà, di perfezionamento esistenziale nell’ambito della benedetta vita ecclesiastica, nucleo della quale è il “vivere la verità nella carità”. La gioventù ortodossa è chiamata a rivelare il carattere olistico (globale) del digiuno, che nel Triodion viene inneggiato come “principio delle lotte spirituali”, come “cibo dell’anima”, come “madre i ogni bene e di tutte le virtù”. Non è semplicemente astinenza da cibi stabiliti, ma lotta contro la filautia (eccessivo amore per sé stesso) e l’autocompiacimento, una sensibilità verso il prossimo che soffre e aiuto effettivo verso di lui, uso eucaristico della creazione, pienezza esistenziale, comunione di vita e solidarietà. L’ascetismo, il digiuno, la preghiera, l’umiltà emanano il profumo e la luce della Resurrezione, da cui attingono senso e scopo. Essa, come la quintessenza della vita ecclesiastica e il suo orientamento escatologico, lega in modo inscindibile la vita della ascesi con la Divina Eucarestia, il mistero dell’assaggio della gioia inesprimibile del Regno del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Il fatto che nella Chiesa Ortodossa la Divina Eucarestia si sia conservata come centro della sua vita, si lega al fatto che la Resurrezione sia il fondamento della sua fede e l’orizzonte luminoso della spiritualità ascetica e della buona testimonianza nel mondo.
Con questi pensieri, invochiamo con umiltà la misericordia e la benedizione del Dio dell’amore, per percorrere con pensieri di devozione il corso della Santa e Grande Quaresima, per giungere alla salvifica Passione di Cristo Dio e, glorificando la Sua indicibile langanimità, per risplendere per il tripudio della Sua Resurrezione portatrice di splendore, che ci ha condotto dalla morte alla Vita incessante.
Santa e Grande Quaresima, 2020
Il Patriarca di Costantinopoli
Fervente intercessore presso Dio per tutti voi.