Sandro Magister
Come previsto e temuto,
il patriarcato di Mosca ha dato il colpo di grazia al Concilio
panortodosso che si sarebbe dovuto aprire a Creta domenica 19 giugno,
festa di Pentecoste nel calendario orientale.
La delegazione di Mosca, che rappresenta i due terzi degli ortodossi
nel mondo, non ci andrà. E non ci andranno nemmeno i patriarcati di
Antiochia, Serbia, Bulgaria, Georgia. Se il Concilio si terrà, si
ridurrà a un incontro interortodosso tra pochi.
Le ragioni del no di Mosca sono espresse in questo comunicato diffuso
in inglese il 13 giugno al termine della riunione del santo sinodo:
> On the situation caused by the refusal…
> On the situation caused by the refusal…
Ma al di là delle dichiarazioni ufficiali, è utile anche cogliere il
non detto. È ciò che aiuta a fare un ortodosso russo che ci ha inviato
da Mosca queste sue considerazioni.
*
LE VERE RAGIONI DEL NAUFRAGIO
di Alexei Tchoukhlov
La colpa del naufragio del Concilio panortodosso non è tutta di
Mosca, perché i motivi delle assenze delle varie Chiese sono tra loro
differenti. Il patriarca Cirillo si è rivelato ancora una volta un buon
politico. La Chiesa russa non andrà a Creta per ragioni non formali ma
sostanziali: non ha bisogno di questo Concilio e non si aspetta nulla da
esso. Ciò che Cirillo vorrebbe ottenere, la conferma dell'autorità di
Mosca sulla Chiesa in Ucraina o la ratifica dell'autocefalia della
Chiesa ortodossa in America, sa che a Creta non potrà ottenerlo, perché
tutti i documenti del Concilio sono stati preparati in anticipo e di
quelle cose non parlano, e tanto meno lo farà il patriarca Bartolomeo di
Costantinopoli.
La non partecipazione della Chiesa di Antiochia non ha niente a che
vedere con il problema del Qatar, che non è che un pretesto formale. La
ragione vera è l'agenda rigida e inappropriata, agli occhi di Antiochia,
del Concilio. Quella di Antiochia è una Chiesa i cui fedeli vivono in
maggioranza al di fuori del suo territorio canonico, con un gran numero
di convertiti precedentemente non ortodossi, secondo solo al numero dei
convertiti delle Chiese di tradizione russa. Ha inoltre una cultura
aperta al dibattito, alla discussione, alla valorizzazione del ruolo dei
laici, anche di certi uomini d'affari libanesi e siriani spesso molto
ricchi. Antiochia voleva un Concilio vero: con innovazioni nelle norme
del digiuno, del matrimonio, della scelta dei vescovi, della pratica dei
sacramenti, un Concilio di "aggiornamento".
Invece, tutti i documenti del Concilio sono stati preparati in
anticipo e sull'essenziale non dicono nulla di significativo, perché il
principale obiettivo del patriarca Bartolomeo era semplicemente di
riunire il Concilio panortodosso sotto la sua presidenza.
Questa banalità dei documenti, preconfezionati e zeppi di luoghi
comuni, riflette la deplorevole qualità del dibattito in seno al mondo
ortodosso. A forza di voler controllare tutto si finisce col perdere il
controllo e il Concilio smarrisce ogni interesse.
Il comunicato della Chiesa russa pubblicato il 13 giugno ha alla fine
un punto molto interessante, il sesto. Dice che il futuro Concilio
dovrà riunire non delle ristrette delegazioni ma tutti i vescovi delle
Chiese ortodosse. Che sono quasi mille. Ciò vorrà dire che vi sarà
certamente molto meno consenso e molto più rumore di discordia. Ma le
Chiese che ora non vanno a Creta, cioè quelle di Antiochia, Georgia,
Bulgaria, Serbia e Russia, avranno in quel caso una larga maggioranza
dei voti. Un documento sull'ecumenismo potrebbe passare, Mosca
permettendo, ma anche delle decisioni non gradite a Bartolomeo
potrebbero essere approvate.
Bartolomeo deve scegliere: o tener fermo il Concilio ma subire
l'assenza dei rappresentanti della grandissima parte del mondo
ortodosso, oppure rinviare il Concilio ad altra data, ma rischiare di
non controllarne più la dinamica.
Io prevedo che Bartolomeo lo farà svolgere tra pochi giorni, come da
programma. Dirà che tutto ciò che si doveva fare è stato fatto. Ma il
Concilio riunirà solo il piccolo mondo dell'antico impero romano
d'Oriente, con i romeni che si considerano appunto discendenti dei
romani, mentre i "barbari" resteranno a casa loro.
Ma dove siano il Cristo e il Vangelo in tutto ciò è probabilmente la
sola domanda giusta, a conclusione di questo spettacolo tristemente
ridicolo.
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NOTA BENE !
Il blog “Settimo cielo” fa da corredo al sito “www.chiesa”, curato
anch’esso da
Sandro
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