Τετάρτη 15 Ιουνίου 2016

ROMANI E BARBARI. PERCHE E FALLITO IL CONCILIO PANORTODOSSO


 Sandro Magister
Come previsto e temuto, il patriarcato di Mosca ha dato il colpo di grazia al Concilio panortodosso che si sarebbe dovuto aprire a Creta domenica 19 giugno, festa di Pentecoste nel calendario orientale.

La delegazione di Mosca, che rappresenta i due terzi degli ortodossi nel mondo, non ci andrà. E non ci andranno nemmeno i patriarcati di Antiochia, Serbia, Bulgaria, Georgia. Se il Concilio si terrà, si ridurrà a un incontro interortodosso tra pochi.
Le ragioni del no di Mosca sono espresse in questo comunicato diffuso in inglese il 13 giugno al termine della riunione del santo sinodo:
> On the situation caused by the refusal…
Ma al di là delle dichiarazioni ufficiali, è utile anche cogliere il non detto. È ciò che aiuta a fare un ortodosso russo che ci ha inviato da Mosca queste sue considerazioni.
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LE VERE RAGIONI DEL NAUFRAGIO
di Alexei Tchoukhlov
La colpa del naufragio del Concilio panortodosso non è tutta di Mosca, perché i motivi delle assenze delle varie Chiese sono tra loro differenti. Il patriarca Cirillo si è rivelato ancora una volta un buon politico. La Chiesa russa non andrà a Creta per ragioni non formali ma sostanziali: non ha bisogno di questo Concilio e non si aspetta nulla da esso. Ciò che Cirillo vorrebbe ottenere, la conferma dell'autorità di Mosca sulla Chiesa in Ucraina o la ratifica dell'autocefalia della Chiesa ortodossa in America, sa che a Creta non potrà ottenerlo, perché tutti i documenti del Concilio sono stati preparati in anticipo e di quelle cose non parlano, e tanto meno lo farà il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli.
La non partecipazione della Chiesa di Antiochia non ha niente a che vedere con il problema del Qatar, che non è che un pretesto formale. La ragione vera è l'agenda rigida e inappropriata, agli occhi di Antiochia, del Concilio. Quella di Antiochia è una Chiesa i cui fedeli vivono in maggioranza al di fuori del suo territorio canonico, con un gran numero di convertiti precedentemente non ortodossi, secondo solo al numero dei convertiti delle Chiese di tradizione russa. Ha inoltre una cultura aperta al dibattito, alla discussione, alla valorizzazione del ruolo dei laici, anche di certi uomini d'affari libanesi e siriani spesso molto ricchi. Antiochia voleva un Concilio vero: con innovazioni nelle norme del digiuno, del matrimonio, della scelta dei vescovi, della pratica dei sacramenti, un Concilio di "aggiornamento".
Invece, tutti i documenti del Concilio sono stati preparati in anticipo e sull'essenziale non dicono nulla di significativo, perché il principale obiettivo del patriarca Bartolomeo era semplicemente di riunire il Concilio panortodosso sotto la sua presidenza.
Questa banalità dei documenti, preconfezionati e zeppi di luoghi comuni, riflette la deplorevole qualità del dibattito in seno al mondo ortodosso. A forza di voler controllare tutto si finisce col perdere il controllo e il Concilio smarrisce ogni interesse.
Il comunicato della Chiesa russa pubblicato il 13 giugno ha alla fine un punto molto interessante, il sesto. Dice che il futuro Concilio dovrà riunire non delle ristrette delegazioni ma tutti i vescovi delle Chiese ortodosse. Che sono quasi mille. Ciò vorrà dire che vi sarà certamente molto meno consenso e molto più rumore di discordia. Ma le Chiese che ora non vanno a Creta, cioè quelle di Antiochia, Georgia, Bulgaria, Serbia e Russia, avranno in quel caso una larga maggioranza dei voti. Un documento sull'ecumenismo potrebbe passare, Mosca permettendo, ma anche delle decisioni non gradite a Bartolomeo potrebbero essere approvate.
Bartolomeo deve scegliere: o tener fermo il Concilio ma subire l'assenza dei rappresentanti della grandissima parte del mondo ortodosso, oppure rinviare il Concilio ad altra data, ma rischiare di non controllarne più la dinamica.
Io prevedo che Bartolomeo lo farà svolgere tra pochi giorni, come da programma. Dirà che tutto ciò che si doveva fare è stato fatto. Ma il Concilio riunirà solo il piccolo mondo dell'antico impero romano d'Oriente, con i romeni che si considerano appunto discendenti dei romani, mentre i "barbari" resteranno a casa loro.
Ma dove siano il Cristo e il Vangelo in tutto ciò è probabilmente la sola domanda giusta, a conclusione di questo spettacolo tristemente ridicolo.
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