Il Papa a Bari nel luglio 2018 con i capi delle Chiese del Medio Oriente
Il Pontefice dà anche il via libera al nuovo Messale in italiano. A
febbraio Francesco concluderà in Puglia l'appuntamento Cei con oltre
cento pastori dei Paesi affacciati sul grande mare
Arriva anche il “sigillo” di papa Francesco sull’Incontro di
riflessione e spiritualità promosso dalla Cei che dal 19 al 23 febbraio
2020 porterà a Bari oltre cento vescovi del Mediterraneo. Non solo
Bergoglio aveva dato il suo “placet” al cardinale Gualtiero Bassetti che
da presidente della Cei aveva lanciato quello che per certi versi
appare come una sorta di “Sinodo del Mediterraneo”. Adesso viene
annunciata anche la presenza del PontefIl Pontefice dà anche il via libera al nuovo Messale in italiano. A
febbraio Francesco concluderà in Puglia l'appuntamento Cei con oltre
cento pastori dei Paesi affacciati sul grande mare
ice a una delle cinque giornate
dell’evento che ha per titolo “Mediterraneo, frontiera di pace”. Così
Francesco torna per la seconda volta a Bari (e la terza in Puglia) e
anche in questo caso per unire la sua voce al grido di pace per la
regione. Il 7 luglio dello scorso anno il Papa aveva riunito nel
capoluogo pugliese i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del
Medio Oriente. Un’iniziativa che, scrive Bassetti nella lettera d’invito
ai presuli, «ha confermato un’idea che i vescovi italiani coltivavano
da alcuni mesi, sulla scia di tradizionali e ben noti colloqui che si
sono svolti nei Paesi costieri del nostro mare e in favore di esso».
Ai
pastori che da tre continenti (Europa, Africa e Asia) saranno a Bari
nel 2020 si aggiungerà Francesco: la sua visita è in programma domenica
23 febbraio, come ha annunciato oggi Bassetti di fronte ai vescovi
italiani riuniti per l’Assemblea generale e come ha reso noto il sito
dell’arcidiocesi di Bari-Bitono. Di fatto il Pontefice
concluderà l’appuntamento assieme ai vescovi che rappresenteranno le
Conferenze episcopali e le Chiese di rito orientali in comunione con
Roma delle nazioni affacciate sul grande «lago di Tiberiade», secondo la
definizione di Giorgio La Pira. E la profezia del sindaco “santo” di
Firenze, che è stato padre costituente e parlamentare Dc, ha ispirato
l’Incontro prendendo spunto dai suoi “Colloqui mediterranei” organizzati
sessant’anni fa nel capoluogo toscano. «Sono convinto – chiarisce il
porporato nella missiva ai confratelli – che, in forza della comunione
ecclesiale e della nostra capacità di inculturazione, serva maturare
quello sguardo incrociato e complessivo che spesso è assente
nell’operato delle singole nazioni o all’interno delle organizzazioni
internazionali». Intento della Chiesa è di superare l’indifferenza (e la
bramosia) che l’Occidente ha verso l’area. «Quando attorno a
noi cresce la tentazione delle posizione estreme – annota ancora il
cardinale Bassetti –, tornano decisive parole e segni che non alimentino
l’odio e la violenza ma la riconciliazione e il dialogo».
Il comitato Cei che sta organizzando l'incontro per la pace nel Mediterraneo a cui parteciperà il Papa
Il programma è stato definito nelle sue linee di massima, benché sia suscettibile di variazioni. La
prima giornata sarà dedicata all’accoglienza dei vescovi e vedrà
l’apertura con un’introduzione di Bassetti. Le due giornate successive
saranno scandite dalla discussione fra i presuli: il tutto a porte
chiuse. Si alterneranno lavori in piccoli gruppi e in assemblea. Non
mancheranno momenti di preghiera e incontri nelle parrocchie del
capoluogo pugliese. La penultima giornata avrà un evento pubblico: i vescovi dialogheranno con i rappresentanti degli organismi internazionali, dall’Unione Europea alla Lega Araba passando per le Nazioni Unite. La
chiusura coinciderà con l’arrivo del Pontefice a Bari. Nella giornata
“papale” Bergoglio incontrerà i pastori che partecipano all’evento e poi
presiederà una Messa pubblica in città.
A guidare il
confronto fra i pastori sarà una traccia che raccoglierà gli spunti, le
sollecitazioni, le visioni giunte dalle Chiese attraverso un
questionario che la Cei invierà nelle prossime settimane in tutti i
Paesi della regione e che sarà accompagnato da un documento di
presentazione dell’iniziativa elaborato dal comitato scientifico.
Secondo uno stile sinodale, dall’incontro potrà scaturire un testo
finale da presentare all’intera area. E ci sarà anche un’opera-segno da
lasciare come una traccia concreta dell’eredità dell’evento.
L’agenda
dell’iniziativa sta prendendo forma. «Sentiamo l’esigenza di un ascolto
diretto, aperto e sincero – sottolinea il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, vice-presidente della Cei e
coordinatore del comitato organizzativo – che consenta di condividere
fraternamente le diverse sensibilità, ricchezze e fragilità che le
Chiese ricevono dalla tradizione di annuncio del Vangelo nei vari
territori». Il punto di partenza sarà la vita delle comunità
ecclesiali locali. Poi l’orizzonte si allargherà ai temi delle
migrazioni, del dialogo ecumenico e interreligioso, degli squilibri
economici, della cooperazione. E soprattutto verrà posta attenzione al
contributo che le Chiese possono dare allo sviluppo sociale, a
modificare gli aspetti di ingiustizia e iniquità, a creare nuove forme
di collaborazione con le istituzioni fino ad arrivare al cuore
dell’appuntamento: la proposta di un «patto nel nome di una pace
possibile» che si traduca in un’azione comune da portare avanti negli
anni successivi.
Nell’ultima riunione del comitato organizzato, il
cardinale Bassetti ha citato anche don Luigi Sturzo. «Avvicinare il
Mediterraneo vuol dire capirlo, amarlo, conquistarlo non con il potere
ma con la civiltà. Com’è possibile che l’Europa possa essere concepita
tutta al Nord? Ecco, non è possibile che il nostro continente sia
sbilanciato e condizionato dalle logiche dei mercati senza costruire
quell’indispensabile tessuto sociale di “patria comune”». Poi un
richiamo al ruolo della Penisola. «Sono convinto – ha osservato il
presidente della Cei – che l’Italia ancora oggi, anche grazie al nostro
incontro, possa essere il tramite perché l’Europa ritrovi nel
Mediterraneo le sue radici culturali e spirituali. Del resto l’Europa,
tutta l’Europa, è mediterranea».
IL PAPA DA' IL VIA LIBERA AL NUOVO MESSALE IN ITALIANO
Durante
la prima giornata di lavori dell’Assemblea generale della Cei, il
cardinale presidente Gualtiero Bassetti ha annunciato ai vescovi
italiani che il Papa ha autorizzato la promulgazione della nuova
edizione in italiano del Messale Romano dopo che è giunta la confirmatio della Santa Sede.
Non
c’è ancora una data fissata. Pertanto è ancora prematuro sapere quando
cambieranno alcune formule con cui viene celebrata l’Eucaristia nella
lingua italiana. Probabilmente saranno necessari ancora diversi mesi.
La
traduzione italiana della III edizione del Messale Romano era stata
approvata lo scorso novembre dall’Assemblea generale straordinaria della
Cei. Fra le novità introdotte quella sul Padre Nostro: non
diremo più «e non ci indurre in tentazione» (Dio non può indurre in
tentazione), ma «non abbandonarci alla tentazione». E intoneremo il
Gloria sostituendo al classico «pace in terra agli uomini di buona
volontà», il nuovo «pace in terra agli uomini, amati dal Signore». Sono
due tra le più significative modifiche che giungono al termine di un
percorso durato oltre 16 anni. Un arco temporale in cui
«vescovi ed esperti hanno lavorato al miglioramento del testo sotto il
profilo teologico, pastorale e stilistico, nonché alla messa a punto
della Presentazione del Messale». Nelle intenzioni della Cei, infatti,
la pubblicazione della nuova edizione non è solo un fatto "editoriale",
ma «costituisce l’occasione per contribuire al rinnovamento della
comunità ecclesiale nel solco della riforma liturgica». L’entrata in uso
del nuovo Messale verrà accompagnata con una sorta di «riconsegna al
popolo di Dio», tramite un sussidio che rilanci l’impegno della
pastorale liturgica.