Laurea honoris causa a Bartolomeo all’Antonianum
La Laudatio del cardinale Parolin
Il silenzio dell’aula dell’Auditorium (deserta per le
restrizioni imposte dalla pandemia di covid-19) apre questo evento. Un
silenzio ricco di commozione per la consegna del dottorato “honoris
causa” in Filosofia al patriarca ecumenico Bartolomeo, arcivescovo di
Costantinopoli. Silenzio rotto solo dalle note dell’Ave Maria
eseguita dal violino del maestro Federico Vozzella e dal canto del
soprano Maria Claudia Donato. C’è sintonia profonda, vera, tra il
magistero di Papa Francesco e quello di Bartolomeo. Il cardinale
segretario di Stato Pietro Parolin lo sottolinea nella Laudatio :
è un intenso e proficuo rapporto, ormai consolidato nel tempo. Nella
figura del patriarca ortodosso si può ritrovare «un esempio
particolarmente significativo (praestans exemplum ) proprio a
motivo della sua accorata preoccupazione per la crisi ambientale e,
ancor di più, per la sua profonda riflessione sul tema ecologico», ha
detto Parolin ricordando come il Pontefice abbia in più occasioni voluto
fare «ampi riferimenti al suo pensiero, con rimandi espliciti a diversi
suoi interventi». Bartolomeo, dunque, “fonte di ispirazione” per Papa
Francesco.
Nel suo intervento il cardinale segretario di Stato ha
inoltre richiamato l’attenzione sul fatto che la responsabilità
dell’essere umano nei confronti della natura non si sostituisce — anzi
la accentua ancor di più — alla responsabilità di ognuno nei confronti
del prossimo. Solamente se si è “tutti fratelli” è possibile poter
curare la “casa comune”. È importante, per questo motivo, guardare «a
quell’umanesimo cristiano in grado di mitigare il “complesso di
onnipotenza dell’attuale uomo-dio». Il porporato cita così il messaggio
patriarcale di Bartolomeo per la Giornata di preghiera per la
salvaguardia del creato del 1° settembre 2020.
A consegnare la
laurea “honoris causa” della facoltà di Filosofia per la neonata licenza
in Ecologia integrale è stato padre Michael Anthony Perry, ministro
generale dell’Ordine francescano frati minori e gran cancelliere della
Pontificia università Antonianum, il quale ha ricordato la presenza
della comunità francescana a Istanbul e citato versi del Cantico delle creature
. Erano presenti fra gli altri il magnifico rettore dell’Antonianum,
padre Agustín Hernández Vidales, che ha voluto salutare tutti con il
francescano messaggio «il Signore vi dia pace», il cardinale Peter Kodwo
Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo
umano integrale, e il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio
consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.
Nel maggio
2014, durante il pellegrinaggio in Terra Santa in occasione del
cinquantesimo anniversario dell’incontro a Gerusalemme tra Papa Paolo
vi e il patriarca Atenagora, Francesco e Bartolomeo firmarono una
dichiarazione congiunta con un accorato appello alla riconciliazione
ecclesiale e alla custodia amorosa del creato perché «il futuro della
famiglia umana dipende anche da come sapremo custodire, in modo saggio e
amorevole, con giustizia ed equità, il dono della creazione affidatoci
da Dio». Oggi l’arcivescovo di Costantinopoli, ringraziando la
Pontificia università Antonianum per il prestigioso riconoscimento, ha
ancora una volta posto l’accento su come negli ultimi decenni il mondo
abbia assistito a «un allarmante degrado ambientale — con il cambiamento
climatico, la perdita della biodiversità e l’inquinamento delle risorse
naturali — insieme a un crescente divario tra ricchi e poveri».
Bartolomeo ha voluto sottolineare che è ormai troppo «evidente che la
ragione del progresso è falsa e inopportuna, quando la casa dell’uomo
viene distrutta»: risulta quindi indispensabile «prendersi cura
dell’ambiente». Non è solo principalmente una questione politica o
tecnologica, «è prima di tutto una questione religiosa ed etica». Una
questione che le due Chiese, cattolica e ortodossa, stanno affrontando
da tempo in perfetta sintonia.
di Antonio Tarallo, osservatoreromano.va
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