IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO
E I SUOI IMPEDIMENTI
A) Il Matrimonio Ortodosso
1.
L’istituzione della famiglia si trova oggi sotto la minaccia della
secolarizzazione, come anche del relativismo etico. La Chiesa Ortodossa
insegna la sacralità del matrimonio come insegnamento fondamentale e
incontestabile della Chiesa. L’unione libera tra un uomo e una donna è
condizione indispensabile.
2.
Il matrimonio è considerato nella Chiesa Ortodossa come la più antica
istituzione di diritto divino, poiché è stato introdotto
contemporaneamente alla creazione dei primi esseri umani, Adamo e Eva
(Gen. 2,23). Questa unione da principio non fu legata solo alla
comunione spirituale della copia, uomo e donna, ma anche alla
possibilità di garantire la continuazione della vita del genere umano.
Così, il matrimonio di un uomo e di una donna, benedetto nel Paradiso, è
divenuto un sacro mistero, il quale è menzionato nel Nuovo Testamento,
quando Cristo ha compiuto il “primo segno” attraverso il
mutamento dell’acqua in vino al matrimonio di Cana di Galilea, rivelando
così la sua gloria (Gv. 2,11). Il mistero dell’unione indissolubile tra
un uomo e una donna è immagine dell’unione di Cristo e della Chiesa
(Ef. 5,32).
3.
La tipologia cristocentrica dunque del sacramento del matrimonio spiega
la benedizione da parte del vescovo o del presbitero del sacro legame
attraverso una preghiera speciale (ierologia), per cui anche San Ignazio
il Teoforo, nella sua lettera a Policarpo di Smirne, evidenzia che
coloro che giungono alla comunione del matrimonio bisogna “che
l’unione venga fatta coll’accordo del vescovo, affinché il matrimonio
sua secondo il Signore e non solo secondo il desiderio (umano). Tutto
venga fatto a onore di Dio” (V,2). Così, tanto la sacralità del
legame divinamente istituito, quanto anche l’alto contenuto spirituale
dell’unione coniugale, spiegano l’affermazione che venga messo in
risalto “il matrimonio rispettoso e il talamo senza macchia” (Ebr. 13,4), pertanto viene anche disapprovato qualsiasi attacco alla sua purezza (Ef. 5,2-5; 1 Tess. 4,4; Ebr. 13, 4 ecc.).
4.
L’unione in Cristo di un uomo e di una donna costituisce una piccola
chiesa, o una immagine della Chiesa. Questa unione attraverso la
benedizione di Dio, è elevata al più alto grado, poiché la comunione è
superiore all’esistenza individuale, in quanto li introduce nell’ordine
del Regno della Santissima Trinità. Condizione indispensabile per il
matrimonio è la fede in Cristo Gesù, una fede che lo sposo e la sposa,
l’uomo e la donna, devono possedere. Inoltre, il fondamento dell’unità
del matrimonio è l’unità in Cristo, affinché, attraverso la benedizione
dell’amore sponsale per opera dello Spirito Santo, la copia possa
riflettere l’amore di Cristo e della Chiesa, quale mistero del Regno di
Dio, della vita eterna dell’uomo nell’amore di Dio.
5.
La protezione della sacralità del sacramento del matrimonio è sempre
stata d’importanza capitale per la protezione della Famiglia, la quale
irradia la comunione del volto degli sposi, tanto nella Chiesa, quanto
anche nell’intera società. Così, la comunione delle persone, ottenuta
attraverso il sacramento del matrimonio, funziona non semplicemente come
una relazione naturale convenzionale, ma anche come una forza
spirituale essenziale e creatrice, attraverso la sacra istituzione della
Famiglia. Questa assicura la protezione e l’educazione dei figli tanto
nella missione apostolica della Chiesa, quanto nel funzionamento della
società.
6.
La Chiesa ha affrontato, sempre con la necessaria austerità e la dovuta
sensibilità spirituale, secondo l’esempio di clemenza dell’Apostolo
delle genti Paolo (Rom. 7,2-3; 1 Cor. 7, 12-15, 39 e seg.), tanto i presupposti positivi (differenza di sesso, età legale, ecc.), quanto i presupposti negativi
(parentela di sangue o acquisita, parentela spirituale, matrimonio in
essere, differenza di religione, ecc.), per contrarre un matrimonio. La
sensibilità spirituale era necessaria, non solo perché la tradizione
biblica prescrive la relazione del legame fisico del matrimonio col
sacramento della Chiesa, ma anche perché la prassi ecclesiastica non
esclude il ricorso a certi principi sul matrimonio sul Diritto naturale
greco-romano, che prevedevano il legame di matrimonio di un uomo ed una
donna come, “una comunione di diritto divino e umano” (Modestino) e che sono compatibili con la sacralità, attribuita dalla Chiesa, al mistero del matrimonio.
7.
Nelle condizioni attuali assai difficili per il sacramento del
matrimonio e per l’istituzione sacra della Famiglia, i vescovi e i
pastori devono incrementare uno sforzo concreto nell’ambito pastorale,
per proteggere paternamente i fedeli, per accompagnarli, per rafforzare
loro la speranza affievolitasi a causa delle molteplici difficoltà,
edificando l’istituzione della Famiglia su fondamenta incrollabili, che
né la pioggia, né i fiumi, né i venti potranno distruggere, in quanto
queste fondamenta sono la pietra, e la pietra è Cristo (Mt. 7,25).
8.
La questione posta oggi nella società è il matrimonio, che è il centro
della Famiglia e la Famiglia giustifica il matrimonio. La pressione
esercitata nel mondo contemporaneo, per riconoscere nuove forme di
convivenza, costituisce una minaccia reale per i cristiani ortodossi. La
crisi della istituzione del matrimonio e della Famiglia, che si
presenta in diversi modi, inquieta profondamente la Chiesa Ortodossa,
non solo a causa delle conseguenze negative nella struttura della
società, ma anche a causa della minaccia delle relazioni più specifiche
nell’ambito della Famiglia tradizionale. Principali vittime di queste
tendenze sono la copia e particolarmente i figli, poiché purtroppo
subiscono sovente durante la loro infanzia la sofferenza, di cui neppure
hanno una qualche colpa.
9.
Il matrimonio civile, legalmente registrato, di un uomo e una donna non
ha carattere sacramentale, costituisce un semplice atto di convivenza,
convalidato dallo stato, diverso dal matrimonio benedetto da Dio e dalla
Chiesa. I membri della Chiesa che contraggono un matrimonio civile
devono essere trattati con responsabilità pastorale, che si impone per
far loro comprendere il valore del matrimonio sacramentale e le
benedizioni che da esso ne derivano per loro.
10. La Chiesa non accetta per i propri membri dei “contratti di convivenza”
tra persone dello stesso o dell’altro sesso e tutte le altre forme di
convivenza, diverse dal matrimonio. La Chiesa deve esercitare tutti gli
sforzi pastorali possibili, affinché i propri membri, che hanno deviato
in tali forme di convivenza, possano comprendere il reale senso del
ravvedimento e dell’amore benedetto dalla Chiesa.
11.
Le gravissime conseguenze di tale crisi si manifestano attraverso il
pericoloso aumento del numero dei divorzi, degli aborti e dei molti
altri problemi interni alla vita familiare. Queste conseguenze sono una
grande sfida per la missione della Chiesa nel mondo contemporaneo, e per
questo i pastori della Chiesa devono incrementare ogni possibile sforzo
per affrontare questi problemi. La Chiesa Ortodossa chiama con amore i
propri figli e tutti gli uomini di buona volontà a salvaguardare la
fedeltà alla sacralità della Famiglia.
B) Impedimenti al matrimonio e applicazione dell’economia.
1.Relativamente
agli impedimenti al matrimonio, a motivo di parentela di sangue,
acquisita, filiale e spirituale, è valido ciò che è previsto dai sacri
canoni (53 e 54 del Quinto-Sesto Concilio Ecumenico) e dalla pratica
ecclesiastica che ne deriva, come viene applicata oggi nelle Chiese
Ortodosse Autocefali locali, determinata e definita nelle loro Carte
Costituzionali e nelle loro relative decisioni sinodali.
2.
Riguardo al matrimonio che non è stato irrevocabilmente sciolto o
annullato, e al terzo matrimonio preesistente, è valido il fatto che
questi costituiscono un impedimento assoluto alla contrazione di un
matrimonio, in accordo con la tradizione canonica Ortodossa, che
condanna categoricamente la bigamia ed il quarto matrimonio.
3.
In accordo con i sacri canoni è impedito secondo l’acribia (austerità)
la celebrazione di un matrimonio dopo la tonsura monastica (canone 16
del IV Concilio Ecumenico e 44 del Concilio Quintesesto in Trullo).
4.
Il sacerdozio per se stesso non costituisce un impedimento al
matrimonio, ma tuttavia, secondo la tradizione canonica in vigore
(canone 3 del Concilio Quintosesto in Trullo), dopo l’ordinazione è
impedito il contrarre un matrimonio.
5. Riguardo ai matrimoni misti di Ortodossi con non-ortodossi e non-Cristiani, si è giunti alla decisione che:
i. Il matrimonio di Ortodossi con non-ortodossi è impedito secondo la
acribia canonica (canone 72 del Concilio Quintosesto in Trullo.
ii. La possibilità di applicare l’economia ecclesiastica riguardo agli
impedimenti di un matrimonio devono essere affrontati dal Santo Sinodo
di ciascuna Chiesa Ortodossa Autocefala, conformemente ai principi dei
sacri canoni, in spirito di discernimento spirituale, col fine di
salvare dell’uomo.
iii. Il matrimonio di Ortodossi con non-Cristiani è assolutamente impedito secondo la acribia canonica.
6.
La prassi, riguardo alla applicazione della tradizione ecclesiastica
circa gli impedimenti di un matrimonio, deve prendere in considerazione
anche le prescrizioni della relativa legislazione civile, senza passare i
limiti dell’economia ecclesiastica.
+ Bartolomeo di Costantinopoli, Presidente
+ Teodoro di Alessandria
+ Teofilo di Gerusalemme
+ Irineo di Serbia
+ Daniele di Romania
+ Crisostomo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro
+ Ieronimo di Atene e di tutta la Grecia
+ Sava di Varsavia e di tutta la Polonia
+ Anastasio di Tirana e di tutta l’Albania
+ Rastislav di Presov e di tutta la Cechia e la Slovacchia.
Rappresentanza del Patriarcato Ecumenico:
+ Leon di Carelia e di tutta la Finlandia
+ Stefano di Tallin e di tutta la Estonia
+ Giovanni Gheron di Pergamo
+ Dimitrios Gheron d’America
+ Agostino di Germania
+ Irineo di Creta
+ Isaia di Denver
+ Alessio di Atlanta
+ Iakovos delle Isole dei Principi
+ Iosif di Priconneso
+ Melitone di Filadelfia
+ Emanuele di Francia
+ Nikita dei Dardanelli
+ Nicola di Detroit
+ Gerasimo di San Francisco
+ Amfilochio di Kissamo e Selino
+ Ambrogio di Corea
+ Massimo di Silyvria
+ Amfilochio di Adrianoupoli
+ Callisto di Dioclea
+ Antonio di Ierapoli, a capo degli Ucraini Ortodossi negli USA
+ Giobbe di Telmesso
+ Giovanni di Chariopoli, a capo dell’Esarcato Patriarcale delle Parrocchie di Tradizione Russa in Europa Occidentale
+ Gregorio di Nissa, a capo degli Ortodossi Carpato-Russi negli USA
Rappresentanza del Patriarcato di Alessandria:
+ Gabriele Gheron di Leontopoli
+ Macario di Nairobi
+ Giona di Kampala
+ Serafim di Zimbabwe e Angola
+ Alessandro di Nigeria
+ Teofilatto di Tripoli
+ Sergio di Capo di Buona Speranza
+ Atanasio di Cirene
+ Alessio di Cartagine
+ Ieronimo di Mwanza
+ Giorgio di Guinea
+ Nicola di Ermopoli
+ Demetrio di Irinopoli
+ Damasceno di Johannesburg e Pretoria
+ Narciso di Akkra
+ Emanuele di Ptolemaida
+ Gregorio del Camerun
+ Nicodemo di Menfis
+ Meletio di Katanga
+ Panteleimon di Brazaville e Gabon
+ Innocenzo di Burundi e Rouanda
+ Crisostomo del Mozambico
+ Neofito del Kenya
Rappresentanza del Patriarcato di Gerusalemme:
+ Benedetto di Filadelfia
+ Aristarco di Costantina
+ Teofilatto del Giordano
+ Nettario di Antedone
+ Filoumeo di Pella
Rappresentanza della Chiesa di Serbia:
+ Giovanni di Ochrid e di Skopje
+ Amfilochio di Montenegro e Littorale
+ Porfirio di Lubiana e Zagabria
+ Basilio di Sremski
+ Luciano di Budimsk
+ Longhino di Nuova Gracanica
+ Irieneo di Bachka
+ Crisostomo doi Sbornik e Tuzla
+ Giustino di Zicha
+ Pacomio di Vranja
+ Giovanni di Sumadija
+ Ignazio di Branicevo
+ Fozio di Dalmazia
+ Atanasio di Bihac’ e Petrovac
+ Ioannichio di Nis e Budimlija
+ Gregorio di Zahumsk e Erzegovina
+ Milutin di Valjevo
+ Massimo della America Occidentale
+ Irineo in Australia e Nuova Zelanda
+ Davide di Krusevac
+ Giovanni di Slavonia
+ Andrea in Austria e Svizzera
+ Sergio di Francoforte e in Germania
+ Ilarion di Timocka
Rappresentanza della Chiesa di Romania:
+ Teofane di Iasi e Moldavia e Bucovina
+ Lorenzo di Sibiu e Transilvania
+ Andrea di Bant, Feleac, Cluj, Alba, Crisana e Maramures
+ Irineo di Craiova e Oltenia
+ Giovanni di Timisoara e del Banato
+ Iosif in Europa Occidentale e Meridionale
+ Serafim in Germania ed Europa Occidentale
+ Nifon di Târgovişte
+ Ireneo di Alba Iulia
+ Ioachim di Roman e Bacău
+ Cassiano del Basso Danubio
+ Timoteo di Arad
+ Nicola in America
+ Sofronio di Orantea
+ Nicodemo di Strehaia e Severin
+ Bessarione di Tulcea
+ Petronio di Sălaj
+ Silvano in Ungheria
+ Silvano in Italia
+ Timoteo in Spagna e Portogallo
+ Macario in Europa Settentrionale
+ Barlaam di Ploiesti, Ausiliare del Patriarca
+ Emiliano di Loviste, Ausiliare dell’Arcivescovo di Rimnichio
+ Giovanni Cassiano di Vichina, Ausiliare dell’Arcivescovado in America
Rappresentanza della Chiesa di Cipro:
+ Giorgio di Paphos
+ Crisostomo di Kition
+ Crisostomo di Cirinea
+ Atanasio di Lemesos
+ Neofito di Morfou
+ Basilio di Costanza-Fammagosta
+ Niceforo di Kykko e Telliria
+ Isaia di Tamasso e Oreni
+ Barnaba di Tremitunte e Leucaro
+ Cristoforo di Carpasia
+ Nettario di Arsinoe
+ Nicola di Amatunto
+ Epifanio di Lidra
+ Leonzio di Chitron
+ Porfirio di Neapoli
+ Gregorio di Mesaoria
Rappresentanza della Chiesa di Grecia:
+ Nettario di Filippi, Neapoli e Tasso
+ Crisostomo di Peristeri
+ Germano di Elia
+ Alessandro di Mantinea e Kynouria
+ Ignazio di Arta
+ Damasceno di Didimotico, Orestiada e Souflio
+ Alessio di Nicea
+ Ieroteo di Lepanto e San Biagio
+ Eusebio di Samo e Icaria
+ Serafim di Kastoria
+ Ignazio di Dimitriade e Almirò
+ Nicodemo di Cassandra
+ Efrem di Hydra, Spetses e Egina
+ Teologo di Serres e Nigrita
+ Macario di Sidirocastro
+ Antimo di Alessandroupoli
+ Barnaba di Neapoli e Stavroupoli
+ Crisostomo di Messinia
+ Atenagora di Iliou, Acharnon e Petroupoli
+ Giovanni di Lagadà, Liti e Rentina
+ Gabriele di Nea Ionia e Filadelfia
+ Crisostomo di Nicopoli e Preveza
+ Teoclito di Ierissos, Monte Santo e Ardameri
Rappresentanza della Chiesa di Polonia:
+ Simone di Lodz e Poznan
+ Abele di Lublino e Chelm
+ Giacomo di Bialystok e Gdansk
+ Giorgio di Siematitse
+ Paisio di Zgorzelec
Rappresentanza della Chiesa di Albania:
+ Giovanni di Coriza
+ Dimitrio di Arghirocastro
+ Nicola di Apollonia e Fier
+ Antonio di Elbasan
+ Natanaele di Amantia
+ Astio di Viledon
Rappresentanza della Chiesa di Cechia e Slovacchia:
+ Michele di Praga
+ Isaia di Sumperk