“Oggi la questione dell’ospitalità è una delle principali sfide delle società contemporanee alle porte delle quali bussano tanti uomini e donne costretti a lasciare il loro Paese”.
Lo afferma il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, nel messaggio che ha inviato ai partecipanti al XXV convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa in svolgimento fino a sabato al monastero di Bose. Nel messaggio, letto oggi pomeriggio da padre Hyacinthe Destivelle, membro del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, il card. Koch sostiene che “di fronte a questa sfida sarebbero in antagonismo, secondo la famosa distinzione di Max Weber, due tipi di etiche: un’‘etica della convinzione’ e un’‘etica della responsabilità’”. “È ovviamente superficiale ridurre le scelte etiche a questa alternativa”, osserva il presule, secondo cui “ogni etica, a livello sia personale che politico, deve essere nello stesso tempo guidata da convinzioni e applicata con responsabilità”. “Papa Francesco, il Patriarca Bartholomeos e l’arcivescovo Ieronymos, nella loro dichiarazione congiunta firmata a Lesbo il 16 aprile 2016 – prosegue – hanno dimostrato che la vera responsabilità non è di limitare l’ospitalità, ma al contrario di estenderla, e al contempo rispondere alle cause stesse che portano uomini e donne a lasciare le loro case per cercare migliori condizioni di vita”. “In un modo simile – aggiunge – Papa Francesco e il Patriarca Kirill, nella loro dichiarazione congiunta del 12 febbraio 2016, chiamavano a risolvere soprattutto le cause delle migrazioni, siano i diversi conflitti o l’ineguale distribuzione delle ricchezze”. Per il card. Koch, “queste recenti dichiarazioni mostrano che la questione delle migrazioni e dell’ospitalità è un tema essenziale delle relazioni tra cattolici e ortodossi, e in generale, delle relazioni ecumeniche”.