Nella divina liturgia di Pentecoste il patriarca Bartolomeo ribadisce alcuni principi-chiave dell’ortodossia ·
Durante la concelebrazione della divina liturgia di Pentecoste che — domenica 19
giugno nella cattedrale di Heraklion — ha inaugurato il Santo e grande concilio
della Chiesa ortodossa,
il patriarca Bartolomeo ha dato il la a un evento che,
come i suoi predecessori, ha voluto con tutte le sue forze. Salutando
all’inizio non solo i nove primati presenti, ma anche i quattro assenti, il
patriarca ha voluto conferirgli subito una dimensione panortodossa.
Ispirandosi
al mistero della Pentecoste, «manifestazione storica dell’istituzione della
Chiesa che il santissimo Spirito riunisce per intero», questa importante omelia
ha sviluppato tre temi legati all’unità: la cattolicità, la conciliarità e la
testimonianza.
«La divina eucarestia conferma realmente l’unità e la cattolicità della nostra Chiesa ortodossa», ha esordito il patriarca, secondo il quale la cattolicità non va intesa soprattutto in termini di universalità, ma come diversità nell’unità, come Chiesa riunita da ogni luogo. In effetti, fa notare Bartolomeo, «noi siamo una Chiesa, un corpo, sebbene provenienti da tradizioni nazionali, linguistiche e culturali diverse». Ogni Chiesa locale «possiede il proprio tesoro e l’offre a Cristo», perciò «in seno alla Chiesa non c’è Chiesa locale che non abbia la sua importanza».
«La divina eucarestia conferma realmente l’unità e la cattolicità della nostra Chiesa ortodossa», ha esordito il patriarca, secondo il quale la cattolicità non va intesa soprattutto in termini di universalità, ma come diversità nell’unità, come Chiesa riunita da ogni luogo. In effetti, fa notare Bartolomeo, «noi siamo una Chiesa, un corpo, sebbene provenienti da tradizioni nazionali, linguistiche e culturali diverse». Ogni Chiesa locale «possiede il proprio tesoro e l’offre a Cristo», perciò «in seno alla Chiesa non c’è Chiesa locale che non abbia la sua importanza».
È all’interno stesso di
questa cattolicità che la Chiesa deve realizzare e manifestare la sua unità. Non
basta esprimere questa unità «a livello teorico», ma occorre anche «conformarsi
a essa a livello pratico», dove, riconosce il patriarca, «dobbiamo purtroppo
ammettere che siamo molto in ritardo». Perciò, insiste, «al di là delle nostre
diversità di vedute, noi ortodossi dobbiamo sottolineare che l’unica via del
nostro iter nel mondo è l’unità».
da Chania
Hyacinthe Destivelle
Hyacinthe Destivelle