Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e Malta
Archimandrita del Trono Ecumenico Athenagoras Fasiolo
Lunedì
6 Giugno, a dieci giorni della apertura del Santo e Grande Sinodo della
Chiesa Ortodossa, il Patriarcato Ecumenico ha dovuto convocare un Santo
Sinodo Endemousa a Costantinopoli (ossia di tutti i vescovi
canonici in quel momento presenti a Costantinopoli) per ricordare alle
Chiese la loro responsabilità davanti al mondo relativamente alla
riuscita del Sinodo.
“Essere all’altezza delle circostanze” dice
il comunicato redatto dalla Segreteria del Sinodo. E in questo
messaggio si riscontra tutta la tristezza e la agonia del Santo
Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, che durante tutta la sua lunga
presenza alla guida del Primo Trono dell’Ortodossia, ha lavorato, ha
faticato, ha pregato per l’unità delle Sante Chiese Ortodosse attraverso
la “sinodalità”, e ha lavorato, faticato, pregato per il dialogo
teologico con le altre Chiese e Comunità Cristiane e quindi con ogni
uomo di buona volontà, con il mondo e con la scienza.
La
Chiesa Ortodossa viene caratterizzata come Chiesa della Sinodalità
altrimenti detta Conciliarità, espressa ai vari livelli, locale,
metropolitano ed universale. E secondo questo spirito negli ultimi 100
anni, ed in modo particolare a partire dalle Conferenze Pan-Ortodosse di
Rodi dei primi anni Sessanta, essa ha regolato tutte le Conferenze
Preparatorie, le Commissioni Inter-ortodosse, le Sinassi dei Primati,
affinché si giungesse ad una “omofonia”, ossia a parlare con una sola
voce, sui documenti da presentare al futuro Santo e Grande Sinodo della
Chiesa Ortodossa.
Gli inizi avevano visto presentare decine di petizioni sui vari temi di vario interesse, raggruppati in oltre cento Desiderata
delle varie Chiese Ortodosse Autocefale. Con lo scorrere del tempo e
nelle varie mutazioni storico-politiche che si sono succedute in questi
cento anni, si è giunti a predisporre dieci punti generali di comune
interesse, sia dal punto di vista amministrativo per le Chiese, sia dal
punto di vista pastorale per i fedeli. Su questi temi, Conferenze,
Commissioni e Sinassi hanno lavorato almeno dalla metà degli anni
Ottanta, senza tuttavia trovare un pieno consensus su quanto
veniva presentato. Si è così pensato di accogliere solo i sei temi che
potevano essere più facilmente accettati da tutti, al fine di convocare
il Santo e Grande Sinodo, che ormai si mormorava da più parti come
“impossibile”.
Le
due Sinassi dei Patriarchi del 2014 e del 2016 hanno invece dato disco
verde affinché il Patriarca Ecumenico a nome di tutti i Primati e non
come un “Papa d’Oriente”, convocasse il Sinodo a Creta dal 16 al 26
Giugno prossimi (e non a Santa Irene a Costantinopoli, visto le
relazioni russo-turche), e tutte insieme le Rappresentanze con i propri
Primati hanno adottato nella Sinassi di Chambésy a Gennaio 2016, il “Regolamento per la Organizzazione ed il Funzionamento del Santo e Grande Sinodo”.
Da gennaio ad oggi, nonostante questa “omofonia sinodale”,
Patriarchi e Sinodi locali si sono scagliati tutti contro tutto, fedeli
fondamentalisti che vedono pericoli per la fede ovunque, gridano ai
quattro venti, dispute locali e voglia di “papismo” in molti
vescovi danno una pessima immagine della Chiesa di Cristo. Già… Cristo,
il grande dimenticato in queste diatribe. Il popolo di Dio che attende
la voce unica dell’Ortodossia… resta ancora diviso negli assurdi
nazionalismi di vecchio stampo…
In
questi giorni ho letto i documenti della Chiesa Russa, della Chiesa di
Georgia, della Chiesa Greca, della Chiesa Bulgara, e ora compare anche
un Comunicato della Chiesa di Antiochia…che va oltre alla solita
diatriba per la giurisdizione sul Qatar con il Patriarcato di
Gerusalemme. Da questi documenti appare una mano comune, un filo rosso
che tesse una invisibile (non tanto) ragnatela contro il Patriarcato
Ecumenico ed in primis contro il Patriarca Bartolomeo.
Ma
dove erano queste Chiese fino ad oggi e negli ultimi 55 anni? Ma si
sono accorte queste Chiese che viviamo in un mondo che ha necessità di
percepire una “visibile unità” della Chiesa, di ascoltare una unica voce
dei pastori e di non percepire più l’intrusione deli poteri mondani
della vita della Chiesa, come avviene invece in molte delle nostre
Chiese Autocefale?
La
Chiesa Greca appare essere bloccata dalle posizioni intransigenti di
quattro metropoliti, la Chiesa di Georgia sembra non si sia accorta che
al di fuori dei confini nazionali esiste il mondo, la Chiesa Bulgara,
pochi giorni prima delle sue richieste, aveva tenuto alla Università di
Sofia un interessante convegno assai favorevole al Sinodo. La Chiesa di
Antiochia si lamenta che al Sinodo ci siano i documenti che ella non ha
firmato ma si chiede perché non si parli del calendario, tema per ella
di interesse, ma che le altre Chiese hanno declinato ad altri momenti…
Una
prima valutazione è ovvia: Nonostante la lunga preparazione ed i tanti
documenti redatti, i Sinodi locali non li hanno mai presi in
considerazione, in quanto ritenevano improbabile la convocazione del
Santo e Grande Sinodo.
Tuttavia
la lunga determinazione del Patriarca Ecumenico Bartolomeo, la sua
presenza assidua sulla scena mondiale, anche in questo momento di grandi
sconvolgimenti, di bibliche migrazioni di popoli, di persecuzioni
contro le minoranze religiose e soprattutto contro i Cristiani, ha
permesso, con il consenso di TUTTI i Primati, la convocazione del
Sinodo.
E
la Chiesa Russa? La Chiesa Russa ha cercato visibilità con l’incontro
di Cuba con Papa Francesco, ma il risultato è stato assi marginale,
forse perché c’erano più interessi politici che religiosi. La grande
Chiesa Russa, forte ormai solo dei numeri e di una sfrenata ricchezza,
ha mal digerito che i festeggiamenti al Monte Athos siano stati
declassati alla memoria di mille anni di presenza russa (forse sarebbe
più corretto dire della Rus’ Kievana) e non alla esaltazione del
Monachesimo Russo, che di fatto non esiste, perché esiste solo il
Monachesimo ortodosso, e questo è stato sottolineato fortemente sulla
Santa Montagna. E anche la presenza del Presidente Putin non ha avuto
il rilievo sperato (forse dovevano esserci anche i Presidenti Ucraino e
Bielorusso).
La
Chiesa Russa mal digerisce il quinto posto nei Dittici, e con questa
mossa forse cerca di declassare il ruolo del Patriarca Ecumenico,
intervenendo guarda caso con Chiese che al mondo russo sono legate o per
tradizione o per necessità storica del momento. (E da questo si
comprende la ambiguità del Comunicato del patriarcato di Antiochia)
Mosca
vuole essere la Terza Roma, titolo che nessuno ha mai riconosciuto, si
sente ancora imperiale, ma non certo ecumenica nel vero senso del
termine. La pretesa di rappresentare tanti popoli è legata solo alla sua
storia politica (Pietro il Grande-Impero Zarista-Impero Sovietico) e
non alla coscienza ecclesiale.
Così
ancora una volta la politica degli stati cerca di intromettersi nella
vita della Chiesa, anche in questo doloroso momento storico, in cui è
così necessaria la testimonianza sinodale ortodossa a livello
universale.
E’
ora che si rispettino gli antichi canoni della Chiesa e dei Concili
Ecumenici. Il Patriarcato Ecumenico non è solo sede primaziale,
certamente non perché Costantinopoli era la antica capitale dell’Impero
Romano d’Oriente, non perché la Chiesa Ortodossa necessiti di un Papa di
tipo romano, ma è necessario ora più che mai che la sinfonia delle
Chiese Ortodosse abbia un Primus, non di potere ma di servizio. Nel
Sinodo i Patriarchi e Primati siederanno tutti allo stesso livello,
perché tutti sono “primus inter pares”, tutti con lo stesso
valore e con lo stesso rispetto, ma ci deve essere una Presidenza di
comunione e questa può essere espressa solo dal Patriarca Ecumenico.
Forse un giorno questa comunione di servizio potrà essere rappresentata
anche nel Sinodo del Patriarcato Ecumenico con i rappresentanti degli
altri Sinodi locali delle Chiese Autocefale. In questo servizio di
garanzia e tutela della comunione delle Chiese Ortodosse, il Patriarca
Ecumenico è “Primus sine paribus”.
Quale
sarà la conclusione? A mio modesto parere, in un modo o nell’altro
tutti saranno presenti. Operi quindi lo Spirito Santo e noi popolo e
pastori preghiamo per la riuscita di questo momento di grazia per tutto
il mondo.