Riporto,
come annunciato, qualche documento che dovrebbe chiarire le questioni
in gioco nel Concilio pan-ortodosso da tenersi a partire da domenica
prossima (giorno di Pentecoste nel calendario ortodosso).
Il
Concilio, nella tradizione antica e attualmente ortodossa, non è
l'imposizione di una parte su tutte le altre ma l'incontro di tutte le
parti, su uno stesso e identico piano di uguaglianza, per convenire
tutti in decisioni che rappresentino realmente l'intima identità della
Chiesa, così come è stata conosciuta dai primordi ai giorni nostri, per
ciò che riguarda le realtà basilari e fondanti.
Se
una parte, che pur riveste un ruolo di coordinazione e supervisione,
tende a imporre le sue visioni sulle altre, gli equilibri si perdono, la
cattolicità s'infrange, la parità di dignità dei vescovi tra loro si
disprezza e ci si strappa da quanto ha caratterizzato la sinodalità
conciliare ortodossa.
Questo
è il vero punto del contendere, dinnanzi alle proposte e alle novità
avanzate con ferma risolutezza dal Patriarcato Ecumenico a tutte le
Chiese.
La
Chiesa, nella sua universale identità, non è fatta né per la
conservazione fine se stessa, né per la novità ma per permanere nella
verità di Cristo, il che ha le sue esigenze che necessariamente fanno
assumere in sede conciliare un linguaggio esigente, a volte scandaloso
per il mondo.
Derogare da questo o ammorbidire tutto ciò in sede conciliare (in cui non si può che parlare κατά ακρίβειαν, secondo
le esigenze rigorose) significa spostare i riferimenti con i quali i
credenti si orientano. Ciò rimane vero anche se fatto con le migliori
intenzioni da parte di chi lo realizza.
La sede pastorale (con i suoi adattamenti misericordiosi κατ' οικονομία)
non è e non deve mai coincidere con la sede conciliare (in cui si parla
in termini rigorosi). Confondere questi due piani significa fare la
confusione già ingenerata nel mondo cattolico e che ha portato
quest'ultimo ad una profonda crisi d'indentità e ad un vero e proprio
smarrimento della fede in molti suoi ambienti. È questo che si vuole?
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Dichiarazione del santo Sinodo della Chiesa serba in data 15/06/2016
Con
affetto fraterno, in modo responsabile e con speranza, preparandoci per
l'arrivo del Grande e Santo Concilio, che si terrà, a Dio piacendo,
presso l'Accademia ortodossa di Creta dal 17 al 26 giugno 2016, il Santo
Sinodo nella riunione allargata del 15 giugno 2016 convocata nel
Patriarcato serbo di Belgrado, in considerazione della situazione
venutasi a creare a seguito della riunione ordinaria dell'Assemblea dei
vescovi della Chiesa serba, ha deciso quanto segue:
Da un lato, consapevoli della grandezza e dell'importanza del Concilio, la nostra Chiesa vuole portare il suo contributo in uno spirito di costruzione ecclesiale, in modo che questo grande e santo Sinodo soddisfi le condizioni e le misure dei veri Concili della storia della Chiesa ortodossa e giustifichi così il suo titolo.
Inoltre, la nostra Chiesa esige che i problemi e le questioni poste non solo da parte della Chiesa ortodossa serba, ma da tutte le altre sante Chiese che hanno annullato la loro partecipazione al Concilio siano discusse in questo stesso Consiglio.
A tal fine, il grande e santo Concilio, dovrebbe durare fino a quando tutti i problemi sono discussi, e non dovrebbe essere ostaggio di regolamenti scritti e definiti in precedenza. Sarà così che si raggiungerà un consenso pieno e che questo Concilio può essere considerato come grande e santo Concilio.
Infine, la nostra Chiesa insiste che l'incontro sull'isola di Creta sia l'inizio di un processo conciliare, e che le questioni poste siano discusse durante la sua tenuta in uno spirito tradizionale di cattolicità della Chiesa di Cristo.
Se le Chiese presenti al Concilio, in testa delle quali il Patriarca ecumenico, persistono nel considerare che le Chiese assenti boicottino senza valide ragioni i lavori del Concilio e se si rifiutano di considerare le questioni, i problemi e i disaccordi, i rappresentanti della Chiesa ortodossa serba saranno, purtroppo, obbligati a lasciare il Concilio e ad unirsi quindi alle Chiese assenti.
Questa non è una minaccia, né ricatto, ma un'attuazione coerente della posizione e decisione dell'Assemblea dei vescovi ortodossi della Chiesa serba del 7 giugno scorso.
In uno spirito ecclesiale e di responsabilità pastorale, presentiamo le nostre posizioni con la speranza nell'azione santificatrice dello Spirito Santo.
Da un lato, consapevoli della grandezza e dell'importanza del Concilio, la nostra Chiesa vuole portare il suo contributo in uno spirito di costruzione ecclesiale, in modo che questo grande e santo Sinodo soddisfi le condizioni e le misure dei veri Concili della storia della Chiesa ortodossa e giustifichi così il suo titolo.
Inoltre, la nostra Chiesa esige che i problemi e le questioni poste non solo da parte della Chiesa ortodossa serba, ma da tutte le altre sante Chiese che hanno annullato la loro partecipazione al Concilio siano discusse in questo stesso Consiglio.
A tal fine, il grande e santo Concilio, dovrebbe durare fino a quando tutti i problemi sono discussi, e non dovrebbe essere ostaggio di regolamenti scritti e definiti in precedenza. Sarà così che si raggiungerà un consenso pieno e che questo Concilio può essere considerato come grande e santo Concilio.
Infine, la nostra Chiesa insiste che l'incontro sull'isola di Creta sia l'inizio di un processo conciliare, e che le questioni poste siano discusse durante la sua tenuta in uno spirito tradizionale di cattolicità della Chiesa di Cristo.
Se le Chiese presenti al Concilio, in testa delle quali il Patriarca ecumenico, persistono nel considerare che le Chiese assenti boicottino senza valide ragioni i lavori del Concilio e se si rifiutano di considerare le questioni, i problemi e i disaccordi, i rappresentanti della Chiesa ortodossa serba saranno, purtroppo, obbligati a lasciare il Concilio e ad unirsi quindi alle Chiese assenti.
Questa non è una minaccia, né ricatto, ma un'attuazione coerente della posizione e decisione dell'Assemblea dei vescovi ortodossi della Chiesa serba del 7 giugno scorso.
In uno spirito ecclesiale e di responsabilità pastorale, presentiamo le nostre posizioni con la speranza nell'azione santificatrice dello Spirito Santo.
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Intervista al metropolita Loveth Gabriel sulle ragioni con le quali la Chiesa bulgara ha deciso di non partecipare al Concilio (9 giugno 2016)
- Eminenza,
in questi giorni, dopo la decisione del santo Sinodo della Chiesa
ortodossa bulgara, sono riprodotti nei media opinioni di teologi, come
Kaline Yanakiev e Diliane Nikoltchev, secondo le quali tale decisione è
"radicale" e "incorretta" perché dovrebbe essere stata presa già l'anno
scorso, non all'ultimo momento. Cos'è veramente stato se i temi del
Concilio sono stati scelti nel gennaio di quest'anno e che la
disposizione dello spazio nella sala per partecipanti e osservatori è
stata resa nota da due settimane come altri dettagli relativi al
Concilio?- Non direi che questo è scorretto. C'è un'altra cosa che è scorretta: che siamo invitati ad un Concilio in cui tutto è stato deciso in anticipo.
Sì, noi non avevamo deciso finora, fino all'ultimo momento di andare o
meno al Concilio. Ora, in ogni caso, la verità è chiara. È vero che non è
da ora che siamo consapevoli di questo, ma per decidersi a questo ...
non l'abbiamo fatto subito. Ci sono alcune questioni che è necessario
che questo Concilio - tale assise non è stata convocata poi così spesso -
risolva [ad eccezione di quelle incluse nel programma].
Per
esempio, la questione del calendario. Può la Chiesa ortodossa
continuare a celebrare con due calendari? Se questo problema non viene
risolto ora nel Concilio, quando può essere fatto? Nella conferenza
delle Chiese autocefale del 1948 a Mosca è stato detto, riguardo al
calendario, che ogni Chiesa Ortodossa autocefala può celebrare con il
nuovo o il vecchio calendario (fermo restando che il ciclo pasquale
rimanga lo stesso), ma che nel prossimo Concilio ortodosso, quando sarà
convocato, tale calendario dovrà essere unificato. Ora il Concilio è
convocato. Questo problema non può essere risolto? Quando lo sarà?
Poiché è anormale che ci siano due calendari. Ci sono altri problemi che
devono essere risolti in seno al Concilio. Naturalmente, lo sapevamo
prima, non siamo stati informati all'ultimo momento. Poi abbiamo preso
una decisione su uno dei documenti (anche se i commenti possono essere
stati fatti da altri), vale a dire su "Le relazioni della Chiesa
ortodossa con il resto del mondo cristiano", che contiene molte cose
assolutamente errate ed eterodosse. Possiamo andare al Concilio ma, secondo i regolamenti adottati dal Concilio stesso, nessuna correzione sarà accettata.
È così perché il regolamento è tale fin dall'inizio; la Commissione
deve decidere se ciò che vogliamo può essere sottoposto al voto del
Concilio o meno. Ora, pur se questo può essere proposto, se il Concilio
non vota unanimemente in tal senso, il testo non potrà essere
modificato. Che cosa significa? Che un documento è adottato dalla
Commissione ma tuttavia la Commissione non è in realtà il Concilio. Non
è il Concilio che ha votato il regolamento ma i patriarchi e questi non
sono il Concilio. E, in ultima analisi, non si potrà apportare alcuna
modifica a questo documento ma, pure, in qualsiasi altro poiché in
nessun caso tutte le Chiese voteranno unanimemente per la modifica
stessa e ci saranno, comunque, dei voti contrari. Andiamo ad un Concilio per il quale sono già prese le decisioni.
Perché non prendere in considerazione questo? Questo è un Concilio, un
lavoro serio! Quante volte sono convocati i Concili? Succede che lo
siano a volte dopo centinaia di anni, a volte dopo un migliaio. Il
Concilio deve risolvere i problemi veramente importanti per
l'Ortodossia. Così ora abbiamo preso questa decisione. Potevamo
prenderla prima, ma non era facile. Alcuni dicono addirittura che è
stato molto coraggioso prendere una decisione del genere ... Vedete che
non c'è altra chiesa, tranne noi [ad aver preso tale decisione] (Nella
data in cui il vescovo diceva questo, era realmente la sola Chiesa a non
partecipare al Concilio, ndt). Personalmente, quando sono andato
alla sessione preparatoria, non sapevo che avremmo potuto prendere una
simile decisione. La mia sola convinzione era quella di chiedere il
rinvio del Concilio per mettere a punto tali questioni e che il Concilio
abbia un vero grande effetto. A mio avviso, il Concilio dev'essere tale
in modo da elaborare il regolamento delle sue sessioni in modo da
votare come ovunque: quand'è stato costituito il nuovo parlamento
bulgaro, nessuno ha dato ai deputati un ordine del giorno predisposto.
Essi hanno creato le loro regole. Questo dev'essere fissato nel
Concilio! Ora, questo è imposto dai patriarchi. Ciò sarà un bene, ma i
patriarchi non sono, nonostante tutto, il Concilio. Il Concilio è una
rappresentazione molto più grande. Poiché tutto è stato deciso in
anticipo, abbiamo deciso che sarebbe stato bene posticipare il Concilio,
in modo che le questioni controverse possano essere risolte. Il nostro
desiderio è quello di stabilire nel modo migliore quanto riguarda
riguarda l'ortodossia. Inoltre, non ha importanza che abbiamo deciso ciò
all'ultimo momento.
Per
quanto riguarda la disposizione della sala [concernente l'ordine e il
modo con cui si siedono i dignitari ecclesiastici, problema sollevato
dai russi ndt], questo è un problema minore, molto minore!
Riguardo alle spese elevate su cui abbiamo scritto, se il Concilio darà
risposte molto serie, non vediamo degli inconvenienti, ma non vorremmo
andare a un tal Concilio dove tutto è pagato anticipatamente e dare
perciò mezzo milione di Lev (si tratta pressapoco di 260 mila euro, ndt)...
Per la Chiesa ortodossa di Bulgaria si tratta di una grossa somma.
Vorremmo contribuire se sapessimo che l'evento vale la pena. Sa, noi non
sappiamo nemmeno quanto ci costerà veramente. Nessuno ci ha informato
della somma finale, ma sarà più di mezzo milione di Lev; Quanto costerà
ancora? Una cosa del genere è fattibile in questo momento? I media
dicano quello che vogliono. Sì, abbiamo davvero fatto una tale
decisione.