Τρίτη 17 Σεπτεμβρίου 2019

INDIRIZZO DI SALUTO DEL CARDINALE LEONARDO SANDRI PONTIFICIO ISTITUTO ORIENTALE


Indirizzo di saluto del Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e Gran Cancelliere, all’inaugurazione del Convegno della Società per il diritto canonico delle Chiese Orientali, Fifty years of encounter among the Eastern Churches. How canon law assists in Ecumenical Dialogue” – Pontificio Istituto Orientale, Lunedì 16 settembre 2019 A.D.
Santità,
(Eminenze, Eccellenze),
Reverendissimo Rettore,
Professoressa Kaptijn, President of the Society for the Canon Law of the Eastern Churches,
Illustri Relatori e Gentili Partecipanti,
1. Nella mia veste di Gran Cancelliere sono lieto di dare il benvenuto a tutti voi e di indirizzare una parola di augurio per i lavori del Convegno che oggi ha inizio, e sono particolarmente onorato quest’oggi di salutare Sua Santità Bartolomeo, Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca Ecumenico, che però ha anche un titolo di cui questa casa e tutti noi siamo orgogliosi, cioè quello di ex-alunno del Pontificio Istituto Orientale (come è stato appena ricordato..). Osiamo pensare che Ella porti nel cuore bei ricordi della sua permanenza a Roma da giovane studente, e che proprio tra queste mura abbia potuto incontrare maestri e compagni di studio appassionati della ricerca ed insieme esperti nella capacità di vivere l’accoglienza e l’amicizia. Tra i Maestri che qui studiavano ed insegnavano senz’altro possiamo annoverare tutti quelli che hanno anche contribuito alle diverse fasi preparatorie che hanno consentito poi al Santo Pontefice Giovanni Paolo II di poter promulgare, nel 1990, il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali.

2. Sabato 14 sono stati resi noti i nomi dei nuovi Consultori del nostro Dicastero, molti dei quali Canonisti, e tra tutti vorrei citare quello della Professoressa Astrid Kaptijn, Presidente della Società per il Diritto Canonico delle Chiese Orientali, qui presente, alla quale vorrei porgere insieme agli auguri per il buon lavoro di questi giorni anche l’auspicio di una feconda ed efficace collaborazione col nostro Dicastero.

3. Il Giubileo della vostra Società, cinquant’anni di vita e di studio, mette a tema il contributo che il diritto canonico può offrire al dialogo ecumenico: la stessa esistenza della Società, che vede al suo interno membri di differenti Chiese e Confessioni, è già un laboratorio in cui attraverso il puntuale lavoro di ricerca accademica e il confronto che ne deriva tra differenti posizioni, i credenti in Cristo stanno già percorrendo alcuni tratti di cammino insieme. Mentre distolgono il loro sguardo dai testi dei Sacri Canoni possono incontrare quello di altri fratelli e sorelle che lavorano non per mera ricerca del sapere, ma perché abitati da un grande desiderio: servire la propria Chiesa, servire il cammino dell’unità, contribuire a che si realizzi il desiderio di Cristo: Ut unum sint!

4. Il dialogo e l’incontro hanno avuto tanti protagonisti, nel passato e nel presente: a poco più di cinquant’anni di distanza vorrei ricordare le parole di due grandi pionieri, san Paolo VI e il Patriarca Atenagora. Il primo, nel suo messaggio al Patriarca del 25 luglio 1967 scrisse: “Ora, dopo un lungo periodo di divisione e incomprensione reciproca, il Signore, malgrado le difficoltà che nel tempo passato sono sorte tra di noi, ci dà la possibilità di riscoprirci come Chiese sorelle. […] Occorre, da una parte e dall’altra, con reciproci contatti, promuovere, approfondire e adeguare sia la formazione del clero, sia l’istruzione e la vita del popolo cristiano. Attraverso il dialogo teologico, reso possibile dal ristabilimento della carità fraterna, si tratta di conoscersi e di rispettarsi, pur nella legittima diversità delle tradizioni liturgiche, spirituali, disciplinari e teologiche”.

E il Patriarca Atenagora amava ripetere: “Oggi, la questione dell’unità cristiana non consiste più in un certo modo di essere Chiesa, ma nell’essere cristiani o di non esserlo”.

Con queste alte prospettive, pronunciate da due fratelli come Pietro e Andrea, vi auguro buon lavoro!