“Santità,
l’accolgono le nostre comunità dell’eparchia dove vive e viene osservato
da tutti i sacerdoti e i fedeli il legame con Costantinopoli: siamo una
palestra per sanare i passi di allontamento del passato e perseguire la
riunificazione della Chiesa cristiana al fine di raggiungere la
necessità dell’unità dei fratelli in Cristo”. Lo ha detto, ieri sera,
mons. Donato Oliverio, vescovo di Lungro, prendendo la parola in
cattedrale all’inizio del vespro solenne presieduto dal patriarca
ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I. L’evento si inserisce nelle
celebrazioni per il I centenario dell’eparchia di Lungro.
“Oggi lei respira l’aria di questo lembo orientale in Calabria, ricco di popoli, lingue e tradizioni diverse – ha detto il presule -. Qui lei può constatare la presenza della realtà latina e di quella bizantina unite dallo stesso Credo. Eleviamo una preghiera comune perché l’unità fra le Chiese sorelle di Oriente e di Occidente possa finalmente divenire realtà”.
Rivolgendosi al patriarca, mons. Oliverio ha sottolineato che “nel suo volto paterno contempliamo il volto della Santissima Trinità che benedice la nostra tradizione. Lei oggi si trova a visitare e benedire una particolare e speciale vigna orientale in Italia rimasta sempre fedele alla Sede apostolica e al Patriarcato di Costantinopoli”. Mons. Oliverio ha evidenziato che “l’eparchia è in festa per questa gradita e fraterna visita. È un giorno di uno splendore e di una commozione interiore che racchiude secoli e secoli di fedeltà al Signore e alla santa tradizione costantinopolitana gelosamente custodita in questa terra di Calabria”. Mons. Oliverio ha sottolineato che “viviamo la sua paterna visita, in cui lei diventa testimone dell’ecumene in questa porzione di Chiesa in Italia, come una apoteosi di luce e di benedizioni che ci avvolgono dall’alto. Questo incessante flusso di grazia ci infonde la forza per percorrere la strada della santità e della fratellanza in Cristo”.
Infatti, ha aggiunto, “la grandiosità e la peculiarità della nostra presenza ecclesiale si innesta nelle emigrazione dei nostri Padri emigrati qui nel secolo XV”. Mons. Oliverio ha evidenziato come “la nostra spiritualità è un dono perfetto che viene dall’alto, è il nostro tesoro più prezioso, è la pupilla del nostro occhio”. Alla celebrazione partecipa anche il card. Leonardo Sandri, prefetto per la Congregazione delle Chiese orientali, e il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei.