XXVII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
CHIAMATI ALLA VITA IN CRISTO
Nella chiesa, nel mondo, nel tempo presente
Monastero di Bose, 4-6 settembre 2019
in collaborazione con le Chiese ortodosse
MESSAGGIO DI IRINEJ, PATRIARCA DI SERBIA
Caro e stimato fratel Enzo,
preghiamo nostro Signore di inviare la sua benedizione su di lei e sulla sua Comunità, al Comitato scientifico e, infine, a tutti i collaboratori e al pubblico amante di Dio per i vostri ammirevoli sforzi per realizzare il XXVII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa a Bose. Questi convegni sono davvero tra i più belli del loro genere, rinnovano e approfondiscono sempre le nostre conoscenze ed esperienze su temi sapientemente scelti ed estremamente rilevanti, portando così frutti come l’albero biblico “piantato presso corsi di acque” (Sal 1,3). Fedeli al tema di quest’anno, Chiamati alla vita in Cristo, lo trattate non solo attraverso le presentazioni assegnate, ma anche nei fatti, nella pratica, discernendo la chiamata e rispondendo ad essa in questo specifico contesto. Infatti, la Comunità di Bose, e in particolare i convegni di Bose, con tutto ciò che essi comportano, non sono forse elaborate icone della vita in Cristo a cui siamo chiamati?
preghiamo nostro Signore di inviare la sua benedizione su di lei e sulla sua Comunità, al Comitato scientifico e, infine, a tutti i collaboratori e al pubblico amante di Dio per i vostri ammirevoli sforzi per realizzare il XXVII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa a Bose. Questi convegni sono davvero tra i più belli del loro genere, rinnovano e approfondiscono sempre le nostre conoscenze ed esperienze su temi sapientemente scelti ed estremamente rilevanti, portando così frutti come l’albero biblico “piantato presso corsi di acque” (Sal 1,3). Fedeli al tema di quest’anno, Chiamati alla vita in Cristo, lo trattate non solo attraverso le presentazioni assegnate, ma anche nei fatti, nella pratica, discernendo la chiamata e rispondendo ad essa in questo specifico contesto. Infatti, la Comunità di Bose, e in particolare i convegni di Bose, con tutto ciò che essi comportano, non sono forse elaborate icone della vita in Cristo a cui siamo chiamati?
Nostro Signore disse: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi
se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24). Nei secoli
seguenti, uomini e donne hanno risposto a questa chiamata fondamentale
in innumerevoli modi che variano in intensità, profondità, sincerità e
molti altri aspetti; ciascuno secondo il suo nucleo più prezioso,
interiore, cioè la sua personalità. Inoltre, non solo ogni persona è
unica nella sua risposta, ma, allo stesso modo, ognuno entra in
relazione con un’altra persona o con più persone in maniera unica.
Per noi cristiani, la chiamata di Dio è riassunta e culmina nelle parole di Cristo: “Prendete, mangiate: questo è il mio corpo” e “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue...” (Mt 26,26-28). La risposta della chiesa, in generale, e di ciascuno dei suoi innumerevoli membri, in particolare, è soprattutto quella di prendere parte alla cena del Signore, la santa eucaristia. Ciò permea e guida la nostra intera vita.
Per noi cristiani, la chiamata di Dio è riassunta e culmina nelle parole di Cristo: “Prendete, mangiate: questo è il mio corpo” e “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue...” (Mt 26,26-28). La risposta della chiesa, in generale, e di ciascuno dei suoi innumerevoli membri, in particolare, è soprattutto quella di prendere parte alla cena del Signore, la santa eucaristia. Ciò permea e guida la nostra intera vita.
Il nostro fine, il significato delle nostre vite, è vivere in Cristo e
vivere per sempre. Chiamati da Dio e rafforzati e guidati dalla sua
grazia, ci impegniamo e lottiamo per raggiungere questo fine in questa
vita. Ciò può essere ottenuto in molti modi, sia personali che
comunitari. Certamente, i due modi di gran lunga più comuni, i due santi
sacramenti della vita in Cristo, sono il matrimonio e il monachesimo.
Entrambe le vie sono considerate sante nella chiesa e ci consentono
di raggiungere questo fine, attraverso l’amore per Dio e l’amore per il
prossimo. Nell’esperienza divina della chiesa, questi due doni non sono
mai posti in contrasto né subordinati l’uno all’altro. Il matrimonio non
è mai stato considerato un “male necessario”, nozione, questa, quasi
eretica. Per questo motivo, nella pratica della chiesa ortodossa, il
celibato non è un prerequisito per il sacerdozio; infatti, la stragrande
maggioranza dei sacerdoti – pastori delle comunità parrocchiali – sono
sposati e hanno famiglia.
Lodiamo sinceramente i vostri sforzi per organizzare un convegno su
questo argomento di così vitale importanza. In un mondo che tende a
trascurare – e persino a rifiutare – la necessità della vita in Cristo, è
nostra responsabilità, di fatto è la nostra chiamata, confermare nelle
nostre anime le parole del vangelo e testimoniarle al mondo che ci
circonda. Per quanto indegni possiamo essere, permettiamo che la nostra
“luce risplenda davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone
e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16).
La benedizione di Dio sia su tutti voi.
+ Irinej
Arcivescovo di Peć
Metropolita di Belgrado-Karlovci
Patriarca della Chiesa ortodossa serba
Metropolita di Belgrado-Karlovci
Patriarca della Chiesa ortodossa serba